di Anna Messia
Potrebbe essere finalmente la volta giusta per risolvere alla radice il problema delle polizze Rc Auto italiane più salate d’Europa: 491 euro rispetto a una media europea di 278 euro, hanno ammesso di recente le stesse compagnie assicurative puntando il dito contro il dilagare delle frodi nel Paese e gli alti costi dei risarcimenti.
Le novità contenute nel decreto Destinazione Italia, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 23 dicembre, vanno nella giusta direzione, è pronto a riconoscere il presidente della commissione Auto dell’Ania e direttore generale di Sara Assicurazioni, Alessandro Santoliquido. Bisogna però assolutamente aggiustare due o tre passaggi del decreto in occasione della conversione alle Camere, dice, come per esempio cancellare l’obbligo di proporre agli assicurati l’ispezione preventiva del veicoli, che potrebbe provocare più danni che benefici. Ma fatto questo, «i prezzi delle polizze Rc Auto potrebbero calare ben oltre 10% in aree ad alto rischio, come Napoli o Caserta», dice Santoliquido, dove cittadini onesti sono oggi costretti a pagare il conto di frodi e sinistri gonfiati, con benefici per tutta Italia.
Domanda. Dottor Santoliquido, forse questa volta ci siamo. I prezzi delle polizze Rc Auto italiane riusciranno finalmente ad allinearsi al resto d’Europa?
Risposta. Ci sono indubbiamente aspetti positivi nel decreto, come lo stop ai testimoni di comodo che spuntano a distanza di tempo o la denunce arrivate dopo due anni che rendono più difficile la ricostruzione dell’incidente.
Fenomeni molto diffusi in zone come Napoli o Caserta, dove il 30% dei sinistri viene oggi denunciato dopo tre mesi dall’incidente e circa il 10% dopo un anno. Il decreto fissa un nuovo termine a 90 giorni, salvo casi di forza maggiore, e i testimoni potranno essere solo quelli indicati nella denuncia. Interventi che, da soli, potrebbero far scendere dell’8-10% le tariffe nelle aree a più alto rischio frodi. Oltre a questo anche il risarcimento in forma specifica, che consente alle imprese di far riparare da carrozzerie convenzionate le auto danneggiate potrà contribuire a far calare i prezzi. Ma c’è bisogno di eliminare altre novità contenute nel decreto, che se applicate dall’imprese avrebbero invece l’effetto contrario di far aumentare i costo.
D. Quali in particolare?
R. Per esempio l’obbligo di proporre agli assicurati l’ispezione preventiva del veicolo con la previsione di sconto per chi aderisce alla proposta. Non ha senso rendere obbligatoria questa analisi in aree del Paese dove le frodi sono un fenomeno marginale. Un’ispezione del veicolo costa alle imprese in media 20-30 euro ed effettuarla in tutta Italia, per tutti i clienti, farebbe lievitare i costi. Per di più già oggi è possibile proporre al cliente l’ispezione dell’auto, prevedendo uno sconto. In Sara Assicurazioni lo abbiamo già fatto in passato nell’area di Napoli con benefici per il portafoglio, ma lo abbiamo interrotto un anno fa perché i costi superavano i benefici Ma non solo. Anche l’obbligo imposto alle imprese di offrire prestazioni medico sanitarie è inattuabile, perché i costi sarebbero più elevati dei benefici considerando che oggi a offrire questi servi è per lo più il servizio sanitario nazionale.
D. Che cosa pensa invece delle novità che riguardano la scatola nera?
R. Chi pensa che questo strumento risolva il problema degli alti prezzi delle polizze Rc Auto commette un grave errore. Prima di tutto bisogna ricordare che questi strumenti sono già molto diffusi nel Paese con 2 milioni di scatole nere che circolano in Italia e pesano per circa il 5% del mercato, contro l’1% degli Stati Uniti, e per di più il 50% di questi strumenti è stato installato proprio nelle aree a più alto rischio di frodi. Ovviamente l’imposizione degli sconti fissati con decreto, pari almeno al 7%, in maniera del tutto atecnica, non piace alle imprese assicurative perché si tratta di un’imposizione contraria alla libertà tariffaria e alla concorrenza, ma c’è soprattutto un altro passaggio del decreto che, se non modificato, rischia addirittura di fare scomparire le scatole nere che ci sono oggi. Si tratta della norma che prevede che a gestire i dati raccolti dalle scatole nere sia un centro del ministero dei Trasporti. In questo modo si rallenterebbe inevitabilmente il flusso e la qualità delle informazioni rispetto alle gestione diretta da parte delle società che producono le black box e questo potrebbe congelare il mercato. Quando si analizza la questione dei prezzi dell’Rc Auto bisogna però innanzitutto ricordare che la gran parte del problema arriva dagli alti costi per i danni alle persone, che incidono per il 70% rispetto al 30% dei danni a cose (ovvero ai veicoli, ndr).
D. Su quest’ultimo fronte però il governo Monti ha già agito dichiarando guerra ai colpi di frusta. Non ci sono stati effetti positivi?
R. È vero e del resto, grazie a questo intervento e al calo dei sinistri dovuto alla minore circolazione dei veicoli per la crisi, nell’ultimo anno i prezzi medi sono scesi del 5% e il calo sta ancora continuando. Nel decreto di dicembre c’è poi un intervento ulteriore che elimina gli accertamenti visivi per attestare le lesioni di lieve entità; quindi l’unico modo per pretendere risarcimenti saranno ora gli accertamenti strumentali. Il problema riguarda però le lesioni di grave entità che aspettano da sette anni di essere regolamentate e potrebbero far calare di un ulteriore 12-13% il costo medio della polizza Rc auto. Oggi per un risarcimento in caso di morte in Italia si ottengono somme pari a quattro volte gli altri Paesi europei. Una scelta politica, del tutto legittima, ma se si agisse anche su questo fronte le tariffe Rc Auto potrebbero calare ancora in maniera nette e l’Italia non sarebbe più la pecora nera d’Europa. (riproduzione riservata)