di Andrea Di Biase
Il consiglio di amministrazione di Mediobanca inaugura oggi il cantiere per la revisione della corporate governance dell’istituto. La riunione del cda presieduto da Renato Pagliaro avvierà dunque la riflessione sul governo societario, necessaria anche alla luce del documento inviato a dicembre da Banca d’Italia ai soggetti vigilati, che prevede una consultazione che si concluderà il 23 gennaio.
Da più tempo, poi, ci si attende uno svecchiamento e snellimento delle regole del patto. I tre diversi gruppi di soci potrebbero così sparire. E dopo che si è ridotta negli anni la quota sindacata, oggi al 30,05%, arrivando all’ultima scadenza di un soffio sopra il limite che avrebbe fatto scattare uno scioglimento automatico dell’accordo, è probabile che il patto avvii una riflessione anche sui meccanismi di rinnovo. Non è invece previsto che il cda di oggi si concluda con deliberazioni fondamentali sulla futura governance di Mediobanca. È invece più probabile una riflessione a tutto tondo sul documento inviato dalla Banca d’Italia. La riunione dovrebbe servire anche a fare il punto sui risultati di un’ispezione periodica condotta dell’istituto centrale, anch’essa incentrata, secondo quanto si è appreso, sul governo societario della banca. Movimenti sono invece attesi nell’azionariato della banca. Con l’avvicinarsi della riunione del patto di sindacato in agenda a febbraio, Vincent Bolloré, secondo socio con il 6% alle spalle di Unicredit, potrebbe chiarire l’ipotesi di salire all’8% e di coinvolgere con il 3% un nuovo socio internazionale, per far risalire così la quota dei soci esteri in Mediobanca all’11%. All’ultimo rinnovo del patto era infatti uscita dal sindacato anche la compagnia francese Groupama, che era entrata nella compagine sociale di Piazzetta Cuccia nel 2003, dopo lo scontro tra le banche italiane e la cordata guidata da Bolloré. Quest’ultimo avrebbe già individuato un nuovo socio che lo affianchi nel patto. (riproduzione riservata)