Addio alle agevolazioni a fondo perduto per far nascere un’azienda: a partire da quest’anno, infatti, si potrà contare soltanto sui (ben più selettivi) mutui a tasso zero. E, sul piatto, con l’obiettivo di appoggiare l’avvio di nuove realtà produttive, nel nostro paese, ci sarà «una cifra complessiva pari a 150 milioni di euro». È la grande novità che caratterizza la riforma dell’auto-imprenditorialità (misura prevista dal dlgs 185/2000, Titolo I) che entrerà in vigore nel 2014, fondata sulla esclusiva concessione di prestiti da restituire al massimo in 8 anni per investimenti fino a 1,5 milioni, mentre la norma attuale ha un tetto di 2,5 milioni.
Tuttavia, anche il 2013 si è concluso con una notizia rilevante (con potenziali, interessanti effetti nei mesi a venire) per contrastare la gravissima crisi occupazionale, visto che è stata decisa la riapertura, il mese scorso, dei termini per inviare le domande di ammissione alle chance per inventarsi un lavoro (l’autoimpiego, come stabilito dal Titolo II del dlgs 185/2000), o per cimentarsi nella realizzazione di una propria società. E, anche in questo caso, la dotazione economica è cospicua: 80 milioni. Non mancano, poi, occasioni rilevanti per la valorizzazione delle numerose zone turistiche, culturali e naturalistiche, situate nei poli d’attrazione artistici e paesaggistici di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia (altri 18 milioni, derivanti dal ministero dello sviluppo economico e da fonti comunitarie, precisamente dal Fondo europeo per lo sviluppo regionale 2007-2013). I «bonus» interessano disoccupati residenti in otto regioni centro-meridionali, ossia Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia: a tale platea viene offerta una triplice scelta per uscire dall’inattività, partendo dal lavoro autonomo in forma di ditta individuale che viene coperto con investimenti non superiori a 25.823 euro, a seguire c’è, poi, da giocare la carta della micro-impresa (come società di persone) grazie a una provvista massima di 129.114 euro e, per finire, si spalancano le porte ad un’attività in franchising, individuale o societario, laddove le persone possono vagliare tra i «brand» conosciuti a livello nazionale e accreditati presso l’agenzia, quello più vicino alle proprie esigenze e attitudini professionali sotto il cui «ombrello» far nascere un negozio.
A tutte le richieste bisogna allegare un piano che preveda la corrispondenza tra il profilo del soggetto promotore e l’iniziativa che si vuole concretizzare, e illustri la validità tecnica, economica e finanziaria dell’idea; la fase successiva delle selezioni comprende un colloquio finalizzato alla verifica del possesso di conoscenze e capacità giuste per riuscire nell’intento. Per quel che concerne l’autoimprenditorialità, infine, i finanziamenti rappresentano una «scommessa» sulla nascita di nuove realtà, o sull’ingrandimento dell’azienda e, di conseguenza, del giro d’affari per giovani nella fascia fra i 18 ed i 35 anni, i cui investimenti non dovranno superare i 2,5 milioni.