di Roberta Castellarin
Il 2013 a Piazza Affari sarà ricordato per il rally dei titoli del lusso, culminato con il successo dell’ipo Moncler, e quelli delle reti di promozione finanziaria con i tre protagonisti che in media si sono apprezzati del 70%.
Per entrambi i fenomeni c’è da chiedersi se questo rally rifletta un’attesa di sviluppo esponenziale del business o se si tratti di una valorizzazione di successi già acquisiti. Nel primo caso ci sarebbe un rischio bolla, mentre nel secondo si tratterebbe di una nuova base su cui valutare questi settori d’ora in poi. Per l’industria del lusso la risposta si può trovare nei dati dell’export e nelle attese di quanto crescerà nei prossimi anni la domanda di beni pregiati. Per le reti invece qualche indicazione può arrivare sia dai dati di raccolta messi a segno fin qui sia da come stanno cambiando le abitudini dei risparmiatori italiani. E da cosa questo vorrà dire per il mondo della consulenza finanziaria. Se in borsa Banca Generali archivia un 2013 da +66%, Azimutda +79% e Mediolanum da +58%, anche dal punto di vista della raccolta l’anno appena concluso conferma una crescente capacità dei promotori di raccogliere la fiducia dei rispariatori.
Proprio il tema della fiducia sembra essere un punto chiave nella concorrenza tra banche e reti di promozione finanziaria.
Con la crisi finanziaria iniziata ormai sei anni fa si è in parte incrinato il rapporto di fiducia tra le banche e i clienti e di questa situazione hanno saputo approfittare le reti di pf e private banking. Che in questi anni hanno raccolto fiducia e risparmi di un numero crescente di italiani. Azimut a novembre ha registrato una raccolta totale positiva per 228 milioni, portando l’afflusso totale da inizio anno a 2,95 miliardi. Mentre per Mediolanum novembre si è chiuso con una raccolta netta di 563 milioni, il miglior mese dell’anno. Un andamento che porta la raccolta da inizio anno per il gruppo di Ennio Doris a 2,77 miliardi. Banca Generali sempre a novembre ha registrato una raccolta netta di 204 milioni che porta il bilancio da inizio anno a 2,47 miliardi. Il fenomeno non riguarda solo le società quotate. Infatti anche la rete Fineco del gruppo Unicredit archivia un anno da record con una raccolta netta da gennaio a novembre di 2,26 miliardi e 130 nuovi promotori reclutati.
Già, perché le reti per crescere tanto oltre a contare sulla capacità dei consulenti di aumentare il loro bacino di clientela hanno bisogno di reclutare nuove leve.
Non stupisce quindi che stiano approfittando di questo momento d’oro per il settore per attirare manager importanti tra le loro fila e quindi creare le premesse per nuovi piani di sviluppo. Magari anche in vista di un accordo tra Italia e Svizzera per una voluntary disclosure che permetta la riemersione e il rientro di capitali tricolore depositati nelle banche elvetiche. Azimut ha messo a segno in autunno un doppio colpo. La divisione wealth management ha ingaggiato Roberto Fredella come senior advisor, con il compito di sviluppare la clientela e contribuire all’attività di reclutamento su specifici progetti. Sempre in Azimut Wealth Management è entrato Massimo Donatoni con l’incarico di head of advisory. In occasione della presentazione dei conti del terzo trimestre Piermario Motta, amministratore delegato di Banca Generali, ha sottolineato che «nel corso dei prossimi mesi si coglierà il contributo del recente inserimento di alcuni manager dalle forti competenze che stanno lavorando a un’accelerazione nei servizi di consulenza evoluta». Per esempio, Banca Generali ha inserito Riccardo Renna, 38 anni, milanese, proveniente dal wealth management di Mps e con precedenti esperienze nel mondo della consulenza per importanti reti nazionali. Sempre in Banca Generali è entrato anche Luca Mazzuoli come private banker. Mazzuoli lascia Banca Popopolare Etruria e Lazio Private Banking e ha un portafoglio potenziale di 100 milioni di euro. Il banker opererà nell’area tra Firenze e Arezzo, dove ha ritrovato la ex collega Paola Falcone. Proprio questa attività di reclutamento, che fa ben sperare sui futuri dati di raccolta, è uno dei punti a cui guardano gli analisti finanziari per valutare queste società e individuare nuovi target price.
Dalla fotografia dei giudizi degli analisti emerge che sul settore prevalgono ancora i buy. In particolare, Banca Imi ha inserito Azimut tra i titoli preferiti per il 2014 e ha alzato il target price del titolo da 20,85 a 21, 5 euro. Gli analisti ricordano che il gruppo ha di recente raccolto 250 milioni con un emissione di bond convertibili per finanziare le opportunità di crescita esterna che si presenteranno e ciò potrebbe rappresentare un tema importante per il 2014. Anche per Equita sim Azimut è da buy con un prezzo obiettivo di 21,2 euro. Banca Imi dà al titolo Banca Generali un giudizio di add (aggiungere) con target price a 21,75 euro, mentre per Kepler il prezzo obiettivo della banca guidata da PierMario Motta è 22 euro. «Confermiamo comunque la nostra visione positiva sul titolo che offre un profilo di alta crescita a valutazioni ragionevoli e un rendimento del dividendo attraente, il 5,5%», spiega Kepler. Per quanto riguarda Mediolanum, Equita sim dà un giudizio buy con un target price a 7,5 euro, poco più alto del prezzo obiettivo di 7,4 euro fissato da Deutsche Bank che assegna a sua a volta un voto buy. Per Banca Imi Mediolanum è da add e il target price è di 7,15 euro. Anche quando gli analisti sono cauti sul settore o sulle singole società il giudizio diventa hold o neutral, mentre i sell sono davvero pochi. Per esempio, MediobancaSecurities assegna a Banca Generali un rating neutral e un target price a 17 euro. Oppure Kepler Chevreux valuta il prezzo corretto di Azimut a 18 euro e assegna quindi un voto hold, lo stesso scelto da Deutsche Bank e Banca Akros, che fissano il prezzo obiettivo rispettivamente a 17,6 e 16,5 euro per azione. (riproduzione riservata)