di Anna Messia

Un ottimo motivo per brindare ci sarebbe già, ma probabilmente non ci sarà tanto tempo a disposizione per alzare i calici considerando che i pochi giorni che restano da qui alla fine del 2013 saranno pieni di scadenze importanti per Unipol.

Il gruppo si appresta a chiudere l’anno con performance da record in borsa: una crescita del 157% per le Unipol ordinarie, +145% per leUnipol privilegiate, +124% per le Fondiaria-Saiordinarie, +114% per le Fondiaria-Sai risparmio A, +127% per le Milano Assicurazioni e addirittura +183% per le FondiariaSai risparmio B, il miglior titolo di Piazza Affari (si vedano anche i servizi alle pagine 12 e 13).

Un primato forse inatteso per il numero uno del gruppo assicurativo di Bologna, Carlo Cimbri, e la riprova che il mercato continua a vedere positivamente la fusione assicurativa dell’anno. Il buon andamento del ramo Danni nel 2013, grazie al calo della spesa per sinistri, è stato ovviamente buon vento a favore. Ma FonSai nei nove mesi dell’anno ha ottenuto risultati superiori all’attesa degli analisti grazie proprio alla ripresa del ramo auto. E c’è chi, come Equita sim, è già pronto a puntare a Unipol Sai come una delle migliori promesse anche per il 2014. Il punto di forza è rappresentato indubbiamente dalle sinergie che Cimbri conta di creare dall’integrazione tra i gruppi FonSai e Unipol, con una riduzione dei costi di 350 milioni a valere sull’utile netto entro il 2015, che poi dovrebbero diventare annui.

Di sicuro gli analisti hanno apprezzato anche le parole di Cimbri, intenzionato a pagare un dividendo agli azionisti Unipol per l’esercizio 2013: «Come management l’intendimento, in base alle previsioni che abbiamo, è confermare che proporremo una remunerazione del capitale», aveva detto il numero uno del gruppo presentando il bilancio dei nove mesi. «Ho sempre detto che un’adeguata remunerazione del capitale non è un’attività secondaria bensì primaria di chi amministra aziende quotate». Musica per le orecchie del mercato, che continua a credere nell’integrazione. Intanto però nei prossimi giorni bisognerà lavorare intensamente per rispettare la serrata tabella di marcia. La nascita di Unipol-Sai, risultato dall’incorporazione in Fondiaria Sai di Premafin, Milano Assicurazioni e Unipol e che darà vita alla prima compagnia italiana nel ramo auto con una quota del 30%, è atteso nei primi giorni di gennaio ma prima ci sarà bisogno di sistemare più di qualche pedina. I 60 giorni richiesti dalla legge per l’eventuale opposizione dei creditori alla fusione, che devono trascorrere dalle assemblee delle società coinvolte dalla maxi-operazione (riunitesi a fine ottobre), sono agli sgoccioli e anche gli ultimi passaggi stanno per essere completati. Manca solo il lasciapassare definitivo della Consob. Un intervento tecnico ma fondamentale: l’autorità dovrà emettere un «giudizio di equivalenze» tra il documento informativo aggiornato predisposto per le assemblee straordinarie di ottobre e il prospetto informativo che viene richiesto per l’ammissione a quotazione di nuovi strumenti. La pronuncia è attesa a giorni, dopodiché si potrà procedere con la stipula dell’atto di fusione davanti e l’inscrizione nel registro delle imprese. Poi tutto sarà pronto per il debutto a Piazza Affari della nuova Unipol-Sai, atteso nei primi giorni del 2014.

Certo, c’è anche un’altra partita non secondaria da definire nel frattempo: la vendita di 1,7 miliardi di premi da parte del gruppo assicurativo bolognese a un altro assicuratore, richiesta dall’Antitrust per dare il via libera all’acquisizione di FonSai. Secondo gli impegni presi con l’autorità guidata da Giovanni Pitruzzella, la dismissione dovrebbe avvenire proprio entro il 2013. Le trattative sono aperte da un po’ di tempo con i belgi di Ageas, seguiti dall’advisor Morgan Stanley e interessati a crescere nel mercato assicurativo italiano, dove sono già presenti con una partnership nel Danni assieme a Ubi. Intenzione diUnipol è di rispettare le scadenze, ma Cimbri ha ripetuto più volte che l’impegno preso davanti all’Antitrust non può essere un motivo ragionevole per svendere il pacchetto ai concorrenti. Altrimenti potrebbe configurarsi un’ipotesi di un danno patrimoniale. Insomma, se si troverà l’accordo sul prezzo (le valutazioni potrebbero essere comprese tra 400 e 800 milioni) si andrà avanti, altrimenti Unipol dovrà chiedere una proroga all’Antitrust. (riproduzione riservata)