Mentre in Italia si ragiona da anni (spesso più nei convegni che nelle sedi istituzionali preposte) su come conservare e sviluppare quello che rimane dell’industria finanziaria del Paese, nel Regno Unito, dove la finanza rappresenta ormai il principale settore dell’economia nazionale, grazie all’indiscusso ruolo della City di Londra come uno degli hub mondiali dei servizi finanziari, puntano a consolidare ulteriormente questo primato.
Ma con i fatti e non con le chiacchiere. Nei giorni scorsi il cancelliere dello Scacchiere, George Osborne, avrebbe sondato i vertici di alcuni dei principali gruppi bancari e assicurativi europei che hanno sede legale fuori dal Regno Unito, per convincerli dell’opportunità di trasferire il proprio quartier generale operativo nella City. Tra questi, secondo quanto appreso da MF-Milano Finanza, potrebbero esserci anche le Assicurazioni Generali, una delle poche istituzioni finanziarie globali con sede in Italia, il cui profilo internazionale è cresciuto ancor di più grazie al riassetto manageriale e organizzativo varato dal group ceo Mario Greco. Sotto questo punto di vista, nonostante le Generali siano fortemente radicate in Italia, sia dal punto di vista operativo sia sotto il profilo degli assetti proprietari (visto che il cda è espresso da una coalizione informale di soci italiani), con l’arrivo di Greco il top management del gruppo è diventato in maggioranza straniero (5 componenti su 9 del management committee non sono italiani) e anche in termini di presenza geografica, il mercato italiano (affidato al francese Philippe Donnet) rappresenta solo il 28% della raccolta premi di gruppo. Un identikit, quello del Leone, che corrisponderebbe appieno al tipo di istituzione finanziaria nei radar del governo britannico, che sarebbe pronto a mettere a disposizione dei gruppi che intendessero prendere casa nella City una serie di incentivi fiscali e logistici.
Da Trieste, almeno per il momento, fanno sapere di non essere stati contattati su questo specifico tema dal governo di Sua Maestà e, in ogni caso, di non avere alcuna intenzione di spostare il proprio quartier generale dalla città giuliana.
Le voci sul possibile corteggiamento del governo di Londra alle Generali giungono all’indomani dell’inusuale attacco sferrato dall’agenzia Standard & Poor’s, che ha messo nel mirino il rating del Leone ponendolo in credit watch negativo a causa di un’eccessiva esposizione del gruppo al debito sovrano dell’Italia. Un attacco cui lo stesso Greco aveva risposto sottolineando la natura multinazionale del gruppo triestino. «Questi signori», aveva sottolineato con forza il group ceo delle Generali, «non guardano i numeri. Siamo una multinazionale. L’esposizione agli asset italiani è pari a quella che abbiamo in Germania, non capisco perché ci considerino italiani al 100%. Il business italiano è pari a un quarto del totale, il resto resta fuori. O sono poco numerico io o non capisco qualcosa». «Un’agenzia di rating», aveva poi aggiunto Greco, «non ci può dire che non dobbiamo fare business in Italia. È uno dei dieci Paesi più evoluti del mondo. È un Paese che ha un sistema politico, sociale e istituzionale migliore di quello di molti Paesi». Un Paese in cui le Generali sono «felici» e «orgogliose» di lavorare. (riproduzione riservata)