di Anna Messia

Le misure sono di quelle che di sicuro di questi tempi piacciono molto agli italiani, stretti nella morsa della crisi economica e alle prese con nuove tasse su immobili e conto titoli: chi si farà installare gratuitamente la scatola nera (o meccanismi similari) sulla propria autovettura avrà uno sconto del 7% sulla polizza Rc Auto.

Non solo. Chi acconsentirà di farsi riparare l’auto danneggiata da carrozzerie convenzionate con la compagnia avrà diritto a uno sconto dell’5%, che salirà al 10% in alcune aree territoriali dove le frodi Rc Auto sono più frequenti e che saranno individuate con un decreto del ministro dello Sviluppo Economico. C’è di più. Si avrà diritto al taglio del 7% della tariffa se, per le cure conseguenti a un sinistro, si andrà da medici pagati dalle imprese, che pubblicheranno i loro nominati sul sito delle compagnie. E il governo sembra fare sul serio, visto che le compagnie che non applicheranno la riduzione del premio incorreranno in una sanzione, applicata dall’Ivass, compresa tra 5 e 40 mila euro, mentre all’assicurato spetterà in ogni caso di diritto la riduzione del premio. Sono novità che «avranno per effetto il calo dei costi e delle frodi nel settore assicurativo», ha garantito venerdì 14, giorno dell’approvazione del decreto legge, il premier Enrico Letta a Palazzo Chigi, spiegando che «questo intervento sarà a favore dei consumatori e credo che su questa materia da troppo tempo si aspettava un intervento».

In effetti sono anni che si cercano le soluzioni per ridurre i prezzi delle polizze Rc Auto italiane obbligatorie per legge e tra le più care d’Europa. Una questione si cui molte volte si è battuta anche l’Antitrust, l’autorità per la concorrenza, e il decreto approvato venerdì 14 scioglie finalmente molti nodi lasciati aperti dagli interventi del precedente governo di Mario Monti che per primo aveva introdotto, per esempio, l’idea di sconti a favore di chi si fa montare sull’auto una scatola nera, senza però dare concreta attuazione alla materia. Ma anche questa volta, i rischi che le speranze di un calo dei prezzi vengano disattese sembrano piuttosto concreti. Le prime a esprimere dubbi sulla validità degli interventi sono state le stesse assicurazioni, contrariate dall’imposizione di una scontistica definita nei particolari. «Attendiamo naturalmente di conoscere i dettagli del decreto approvato», ha tuonato a caldo Aldo Minucci, il presidente dell’Ania, l’associazione che rappresenta le assicurazioni, «ma laddove fosse verificata l’introduzione di misure impositive in materia di obbligo di offerta di prodotti o di sconti predefiniti in maniera, tale da ledere il principio europeo della libertà tariffaria, queste misure incontrerebbero la nostra opposizione». E non solo. Non sarebbero neppure «in grado di raggiungere gli obiettivi del governo, da noi condivisi, di ridurre i costi della Rc Auto e i prezzi pagati dagli assicurati», ha aggiunto Minucci ricordando che l’esecutivo non ha ancora approvato la tabella unica per il risarcimento dei danni fisici di grave entità, una misura considerata fondamentale dalle imprese per avvicinare il costo della Rc Auto in Italia al livello di quello degli altri Paesi europei. In verità più di qualche elemento positivo nel decreto sembra esserci, come riconosce Alessandro Santoliquido, direttore generale di Sara Assicurazioni, la compagnia dell’Aci specializzata nell’Rc Auto. «Il fatto che non varranno testimonianze successive al giorno della denuncia farà presumibilmente calare le frodi, come anche gli accertamenti su testimoni ricorrenti in processi per sinistri auto», dice. Anche il fatto che, salvo cause di forza maggiore, il danneggiato avrà 90 giorni per la denuncia del sinistro, rispetto agli attuali due anni, sembra piacere molto alle imprese. Eppure «se gli sconti obbligatori saranno confermati andranno contro i principi tecnici che vengono utilizzati per i calcoli dei premi di un’impresa assicurativa», puntualizza Santoliquido. Anche se il governo, in realtà, ha già accolto in parte le richieste delle imprese, visto che in una prima versione del decreto gli sconti imposti erano ancora più alti, pari al 10% in caso di scatola nera e all’8% per l’utilizzo di carrozzieri convenzionati. C’è poi un ultimo nodo, fondamentale, che potrebbe mettere a rischio l’efficacia di queste misure: le imprese saranno libere di proporre ai propri clienti l’installazione di una scatola nera o la riparazione diretta dell’auto. Se non riterranno conveniente l’affare potranno lasciare tutto com’è ora. (riproduzione riservata)