di Paola Valentini
Dopo oltre un anno di tiraemmolla, ora è ufficiale: la busta arancione (dal colore del documento che ogni anno lo Stato svedese spedisce ai cittadini per informarli sull’assegno pensionistico che potranno ricevere) non arriverà mai nella cassetta delle lettere dei lavoratori italiani.
La lettera, che avrebbe dovuto fornire una stima della futura pensione sulla base dei contributi versati, è destinata così ad andare in soffitta prima ancora di partire. I tecnici di Inps e ministero del Lavoro stanno lavorando ad alcuni «applicativi con maschere» su Internet che consentano «alle persone di fare le loro valutazioni». Lo ha spiegato ieri il ministro del Lavoro Enrico Giovannini in un’audizione alla commissione parlamentare di controllo sull’attività degli enti gestori. «Busta arancione vuol dire tutto e nulla», ha detto Giovannini. «Sono sempre stato a favore della trasparenza, ma se busta arancione vuol dire inviare a casa di tutti un foglio con dei numeri, non credo faremmo un buon servizio al sistema», vista anche, «come dice l’Ocse», la «scarsa» capacità degli italiani a districarsi tra i numeri. «L’obiettivo condiviso al 100% è aiutare le persone a fare delle scelte», ha proseguito il ministro, ricordando la fase di crisi economica e la precarietà lavorativa dei giovani. Per questo a chi ha parlato di resistenze al decollo della busta arancione Giovannini ha replicato: «Non ci sono resistenze ma attenzione perché ci sia un passo avanti e non sia un boomerang». Quanto ai tempi, «speriamo sarà molto più rapido di un anno». Giovannini ha anche rivelato che è in arrivo un emendamento al ddl Stabilità per risolvere il problema del bilancio dell’Inps, che dopo l’incorporazione di Inpdap ed Enpals registra il primo disavanzo finanziario e l’aumento del deficit. Un tema sollevato nei giorni scorsi anche dal presidente dell’Inps Antonio Mastrapasqua e dalla Corte dei Conti. L’Inpdap ha un deficit patrimoniale di 10 miliardi e il presidente Inps (il cui bilancio 2012 si è chiuso con un rosso di 9,7 miliardi) ha fatto sapere di aver scritto al ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni e allo stesso Giovannini, invitandoli a riflettere sui pericoli che tale accorpamento arreca ai conti Inps. Mastrapasqua ha quindi invitato il governo a valutare «l’opportunità di interventi normativi tesi a garantire l’implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico», coprendo in sostanza il disavanzo Inpdap. «Non esiste un problema di sostenibilità dei conti Inps, ma contabile e stiamo tentando di risolvere il problema; ci sarà un emendamento nella legge di stabilità», ha detto Giovannini. (riproduzione riservata)