La previdenza complementare non ha ancora molto appeal nel settore pubblico. Infatti, sotto il profilo del numero di adesioni ai fondi integrativi esistenti, su una platea di circa due milioni di iscritti, i lavoratori del settore pubblico aderenti a fondi di categoria nazionali quali Espero, Perseo, Sirio ed a fondi territoriali, come Laborfonds, sono poco più di 150 mila; in pratica, il 7,5% dei potenziali aderenti. L’adesione ai fondi complementari sembrerebbe, al momento, essere monetariamente favorevole, tenuto conto che, sotto il profilo dei rendimenti, i risultati della gestione finanziaria delle forme di previdenza integrativa sono stati superiori al tasso di rivalutazione annua del tfr. Infatti, se quest’ultimo nel 2012 si è attestato al 2,9%, i fondi negoziali hanno raggiunto un 8,2%.
Sono queste alcune delle indicazioni che è possibile trarre dalla lettura del «Quarto rapporto sulla previdenza complementare nel settore pubblico», diffuso dall’Aran e dall’Osservatorio nazionale bilaterale sui fondi pensione nella p.a.
Fondo Perseo. Il fondo, dedicato al comparto delle regioni e autonomie locali e servizio sanitario nazionale, può contare su un bacino di utenza di oltre 1 milione e 200 mila addetti, afferenti ai comparti di contrattazione delle regioni ed autonomie locali e sanità. Con la sottoscrizione di appositi accordi potrà essere ricompreso nel Fondo Perseo anche il personale dei settori affini come, Anci, Unioncamere ed imprese eroganti servizi socio-sanitari. L’avvio della raccolta delle adesioni è avvenuto solo a settembre dello scorso anno, «un po’ in sordina» si legge nel rapporto, per poi crescere fino a raggiungere i 4 mila iscritti in questi giorni. La distribuzione territoriale vede una maggiore adesione nelle aree del Nord per poi diminuire al Centro fino a ridursi al Sud e nelle Isole. L’età media degli iscritti (con prevalenza del sesso femminile) si attesta intorno ai 48 anni.
Fondo Sirio. Questo fondo, riservato ai lavoratori dei ministeri, enti pubblici non economici, agenzie fiscali, università, è decollato nell’ottobre del 2012, con l’obiettivo di permettere ai lavoratori di costruire una copertura previdenziale integrativa a quella del sistema obbligatorio, per garantire una maggiore serenità all’atto del pensionamento. Ad oggi non ci sono stime molto precise. Il rapporto evidenza un bacino di possibili aderenti intorno alle 350 mila unità, la maggior parte appartenente al comparto ministeri. Al momento, l’attività del fondo vede la sottoscrizione, con molte amministrazioni pubbliche, di appositi protocolli operativi, così da consentire le adesioni in formato informatico attraverso i portali dedicati.