Oltre 9 mila casi di frode finanziaria con furto di identità. Ed è in continua crescita. Nonostante la crisi e i cali dei consumi. Sono colpiti di più gli under 30 e si tratta per lo più di truffe su piccoli importi sfruttando la rete commerciale. Gli ultimi dati dell’Osservatorio Crif (relativi al 2012) evidenziano un incremento galoppante. Eppure il consumatore non mette in atto adeguate cautele: secondo una ricerca Censis del 2013 questo avviene solo nel 40% dei casi.
Stando all’analisi del Crif le ragioni dell’escalation delle frodi creditizie con furto d’identità sono molte. La prima è la facilità di accesso alle informazioni personali e riservate altrui attraverso documenti cartacei o in formato digitale; la seconda è la quasi certezza per i frodatori di non incorrere in rischi o sanzioni particolarmente severe; la terza è la difficoltà degli istituti di credito nel verificare la rispondenza dei dati; ultima, ma non meno importante ragione, è la scarsa conoscenza del problema con la conseguente difficoltà di tutelarsi adottando le necessarie precauzioni. Ad essere colpiti dal furto d’identità e dalle frodi creditizie sono soprattutto gli under 30. Seppure abbiano maggiore dimestichezza con il web e i social network i giovani molto spesso dimostrano di non conoscere nemmeno il significato di furto d’identità, o di sottostimare la frequenza con cui si verificano queste forme di frodi. Distinguendo i tipi di credito, le frodi creditizie avvengono nell’82,4% sui prestiti finalizzati, mentre paiono in diminuzione i casi registrati sulle carte di credito.Per quanto riguarda le fasce d’importo, rispetto al passato emerge una forte crescita delle frodi di importo inferiore ai 1.500 (+45,4%). Questa tendenza, in linea con l’elevata incidenza sul totale dei prestiti finalizzati, si spiega con il fatto che i finanziamenti di piccolo importo, specie se erogati non allo sportello della banca o della società finanziaria ma direttamente presso gli esercizi commerciali, si caratterizzano per tempi di erogazione più rapidi e controlli meno sofisticati sull’identità del richiedente credito. Relativamente alla distribuzione per genere, l’analisi di Crif mette in luce come nei primi sei mesi del 2012 quasi i due terzi delle vittime siano state uomini (il 65,1% del totale), confermando nella sostanza la tendenza delle precedenti rilevazioni. Sotto il profilo socio-demografico, invece, il maggior numero di vittime si concentra nella classe di età compresa tra 18 e 30 anni (con il 29,9% del totale), con un tasso di crescita decisamente elevato rispetto al corrispondente semestre 2011 (+36,2%). La ripartizione delle frodi per regione mostra una maggiore incidenza del fenomeno in Campania, Lombardia, Sicilia e Lazio, seguite da Puglia ed Emilia-Romagna. In fortissima crescita l’incidenza di frodi avvenute in Basilicata (+29,5% rispetto al I semestre 2011) e in Campania (+19,6%).
Attraverso un’analisi effettuata su un campione significativo di frodi creditizie accertate, l’Osservatorio Crif entra anche nei dettagli dei meccanismi utilizzati dai frodatori. Nel 70% dei casi il documento utilizzato per richiedere credito a nome altrui è stato una carta di identità totalmente falsa. Nel 5% dei casi, invece, il truffatore ha utilizzato un documento apparentemente valido nella numerazione, ma non riconducibile alla vittima. Negli altri casi, il documento risultava smarrito o rubato, oppure era clonato e riportava gli stessi dati del documento originale della vittima. Purtroppo, poi, sono piuttosto lunghi i tempi di scoperta della frode: 1 frode su 2, infatti, viene intercettata dopo oltre un anno dall’evento, mentre le frodi creditizie scoperte dopo più di 5 anni sono cresciute del 44% rispetto al recente passato. Secondo quanto emerso da una ricerca del Censis sul tema «Il valore della privacy nell’epoca della personalizzazione dei media», otto italiani su dieci pensano che su Internet sia «meglio non lasciare tracce» (l’83,6%), che fornire i propri dati personali sul web sia pericoloso «perché espone al rischio di truffe» (l’82,4%), ritengono che comunque «molti siti web estorcono i dati personali senza che ce ne accorgiamo» (83,3%). Secondo il 76,8%, inoltre, usare la carta di credito per effettuare acquisti online è sempre un rischio.
Tra gli utenti di internet, il 93% teme che la propria privacy possa essere violata online e il 32% lamenta di avere effettivamente subito un danno. Tuttavia solo il 40,8% degli utenti di Internet adotta almeno una tra le misure fondamentali per la salvaguardia della propria identità digitale.