di Francesca Chiarano MF-DowJones

La nomina di Piero Montani ad amministratore delegato di Banca Carige è importante per la sua «genovesità» ma anche per la sua «capacità di affrontare situazioni delicate che richiedono la collaborazione con gli organi di vigilanza».

Lo ha spiegato Cesare Castelbarco Albani, presidente diBanca Carige, a MF-DowJones. Montani «è nato a Genova, ha studiato a Genova e ha iniziato al Credito Italiano qui a Genova. Ma poi ha fatto tutta la carriera fuori», per cui «sicuramente è importante che conosca il territorio, ma la genovesità è un elemento importante ma non essenziale in un mondo globale». Quindi, sottolinea il presidente, «la scelta è ricaduta su di lui per l’esito della selezione dell’head hunter e in considerazione del fatto che sostanzialmente è un banchiere apprezzato dal mercato e che in carriera ha sempre dimostrato di essere pronto anche a situazioni che richiedevano aggiustamenti, iniziative e interventi in linea con gli indirizzi dell’organo di vigilanza, aspetto su cui dobbiamo concentrarci». Proprio in ottica delle richieste di Bankitalia Castelbarco annuncia: «Abbiamo le linee guida del piano industriale, ma è evidente che il piano industriale dev’essere approvato e avallato anche dall’amministratore delegato, che quando entrerà in carica lo esaminerà e farà le sue considerazioni per poi portare il tutto in cda per l’approvazione». Bankitalia, aggiunge il presidente, «ci aveva imposto termine del 30 ottobre, ma è evidente che con la nomina dell’ad il processo è iniziato e nei tempi più brevi possibili andremo incontro alle richieste». D’altronde, assicura Castelbarco, «in Bankitalia sono persone responsabili», sanno perfettamente che cosa richiede la situazione e «i rapporti sono positivi». Sul capitolo cessioni, che riguarda «tutto ciò che era stato deliberato nel cda di marzo», il presidente afferma che «gli advisor stanno lavorando e penso che ci sia un certo interesse». In merito a uno scenario che preveda l’integrazione di Carige e Carige Italia, Castelbarco spiega che «il piano industriale affronterà anche questo capitolo; ogni decisione in tal senso ora è prematura. La Fondazione è nostro azionista, quindi noi non come espressione della banca non ci intromettiamo nei discorsi che riguardano i soci. In questo momento la banca ha i suoi organi amministrativi e prosegue, come si vede con la nomina di Montani, nel suo cammino». (riproduzione riservata)