di Andrea Di Biase 

Mediobanca archivia con un utile di 171 milioni, in crescita del 57%, il primo trimestre dell’esercizio 2013-2014, il primo anche dopo la presentazione del piano industriale che ha sancito l’addio ai salotti buoni e la concentrazione sul business bancario.

Un risultato raggiunto principalmente grazie alla riduzione delle quote detenute in Telco, Rcs e Gemina e alla ripresa diGenerali. Nel frattempo, altre novità sono in arrivo dal fronte azionario. I soci del patto di sindacato, già sceso al 30,05% del capitale, starebbero per avviare, secondo quanto si è appreso, un giro di consultazioni per modificare il testo dell’accordo e starebbero valutando la possibilità di trasformarlo in un’intesa più leggera.

Al momento, secondo quanto ha fatto sapere ufficialmente la presidenza del patto di sindacato di Mediobanca, non ci sono novità in agenda.

Le discussioni d’altra parte, a quanto risulta, sarebbero ancora in fase embrionale e le novità potrebbero arrivare strada facendo, con il prossimo anno e in vista del rinnovo del cda, che scade con la fine dell’esercizio appena avviato. La propensione al cambiamento sarebbe condivisa da tutti i soci che hanno confermato la presenza nel patto. Si parla già del passaggio a un accordo di consultazione, probabilmente con vincoli più leggeri anche sul deposito delle azioni. Tra i punti all’attenzione, ci sarebbe l’abolizione della divisione in tre gruppi (il gruppo A delle banche, il gruppo B dei soci industriali e quello C degli esteri). Allo stesso tempo i grandi soci potrebbero decidere la riduzione del numero dei consiglieri della banca, oggi 22, che riflettono le regole verbalizzate nel patto (cinque consiglieri sono espressione del gruppo A, sette del gruppo B e quattro del gruppo C). Sul fronte soci esteri, alla porta ci sarebbero diversi candidati interessati a entrare nel patto, ma per il momento Vincent Bolloré non avrebbe ancora fornito indicazioni né avrebbe chiesto di poter salire oltre il 6%. I primi incontri potrebbero tenersi già nei prossimi giorni ma in calendario non sono fissate riunioni formali del patto di sindacato prima di febbraio e al momento, non sembra in arrivo una convocazione prima di Natale.

In attesa di conoscere il futuro del patto, la riduzione del peso dell’accordo nel capitale di Mediobanca, dal 38% al 30%, ha raccolto il plauso del cda. «Il rinnovo parziale dal mio punto di vista e da quello del cda è positivo, perché ha fatto sì che la quota di capitale potenzialmente sul mercato sia aumentata. Quindi la liquidità del titolo è cresciuta e il peso del titolo sugli indici è aumentato o aumenterà», ha detto Nagel, nel corso dell’assemblea che ha approvato il bilancio al 30 giugno. Di fronte ai soci, il manager ha ripercorso i punti essenziali del piano industriale, ribadendo tra l’altro l’intenzione di mantenere un 10% di Generali «per non rinunciare al contributo stabile e crescente di utile che ci viene dalla compagnia». L’assemblea è stata anche l’occasione per rivendicare la bontà delle scelte effettuate su Telecom. «Telefonica», ha spiegato Nagel, «rappresenta una buona opportunità ed è una cosa buona per tutti gli azionisti». D’altra parte, per il banchiere la tesi della difesa dell’italianità «è una fesseria o una favola che vogliamo continuare a dirci, probabilmente per coprire qualche inefficienza nostrana. Se Telecom avrà bisogno di un aumento di capitale sarà il cda a stabilirlo ma Mediobanca conferma l’intenzione di uscire a breve per evitare rischi che non sono coerenti con il piano».

Positiva, in borsa la reazione ai risultati. Il titolo di Piazzetta Cuccia ha guadagnato il 3,32% a 6,54 euro, e anche gli analisti hanno espresso giudizi di approvazione. «Ci aspettiamo che il mercato reagisca positivamente a questa serie di risultati, data la dinamica del margine di interesse e dei costi di tendenza, l’incremento dei depositi, insieme all’avanzamento del piano di cessioni e all’aumento del valore delle partecipazioni», sostengono gli analisti di Citi, che confermano il giudizio buy e il target price sul titolo Mediobanca a 7,2 euro. (riproduzione riservata)