Vito De Ceglia
Milano U n mercato ancora in crisi ma con deboli segnali di ripresa e di rinnovata fiducia da parte degli investitori. Segnali che, stando alle previsioni, si consolideranno nei prossimi anni portando il comparto a raggiungere un Roe (Return on Equity) del 13% nel 2020. È questo lo scenario fotografato dall’Osservatorio Insurance 2020 di Accenture, azienda globale di consulenza direzionale, servizi tecnologici e outsourcing che conta circa 266 mila professionisti in oltre 120 paesi del mondo. I risultati del settore nel 2012 in Italia hanno evidenziato un’ulteriore contrazione della raccolta premi (-4,3% vs 2011), anche se più contenuta rispetto al risultato del 2011 (-11,9% vs 2010), portando la raccolta premi complessiva dai 125,7 miliardi di euro del 2010 ai 105,1 miliardi di euro dello scorso anno. Il trend negativo ha interessato sia il comparto Vita, seppure con tassi di decrescita più bassi (-5,5% rispetto al -17,7% del 2011) sia il comparto Danni, che ha invertito il pur moderato trend di crescita del 2011 (+2,5%) registrando una flessione del -1,9%. Buone notizie per il settore Vita arrivano però dai risultati dei primi sei mesi del 2013, che hanno visto una forte ripresa (+20,2%), in controtendenza rispetto al Danni, che nel 2013 dovrebbe peggiorare attestandosi a -3,5% (-5,0% il risultato al primo semestre). La redditività del settore assicurativo nel 2012 torna ad avere un segno positivo con un Roe del sistema dell’11,5%. L’andamento dell’indicatore negli ultimi anni evidenzia però
una forte volatilità determinata dall’andamento degli utili/perdite da valutazione su titoli (effetto spread su titoli di Stato). Il risultato del conto tecnico è stato positivo sia per il Danni che per il Vita, anche se quest’ultimo ha registrato una raccolta netta negativa a causa di un aumento delle prestazioni. «Puntare sulla sola leva della crescita, mantenendo inalterati i costi, significherebbe più che raddoppiare i premi per raggiungere il Roe stimato dall’Osservatorio (+13% nel 2020) — dichiara Daniele Presutti, managing director insurance lead Accenture Igem — così come una esclusiva focalizzazione sull’efficienza, mantenendo costante o inerziale la crescita, renderebbe necessaria una riduzione dei costi operativi del 40-50%». Presutti aggiunge: «Crescere nella raccolta, mantenere una forte disciplina operativa sul fronte dei costi, gestire attivamente il capitale, puntando su prodotti a minore assorbimento di capitale e su un asset allocation in grado di ridurre la dipendenza dal debito sovrano sono, secondo il nostro Osservatorio, le azioni prioritarie per il settore assicurativo ». In particolare, l’orientamento del modello di business verso la “customer centricity” è letto dalla maggior parte delle compagnie come la chiave strategica verso il cambiamento. Il 78% delle compagnie intervistate in una recente ricerca di Accenture condotta a livello internazionale ha infatti dichiarato che sosterrà investimenti crescenti nella trasformazione digitale nei prossimi tre anni, mediamente per 50 milioni di euro, focalizzando le iniziative sul potenziamento delle interazioni multicanale, sullo sviluppo della “vista cliente a 360°” e sulla digitalizzazione dei processi. Secondo l’indagine, la totalità delle compagnie italiane intervistate hanno posto la centralità del cliente tra i loro imperativi strategici. Secondo l’Osservatorio Accenture, dunque, la sfida del prossimo futuro sarà la piena realizzazione di un percorso di profonda trasformazione del comparto, che oggi è appena cominciata. Analizziamo ora la rete distributiva. Nel 2012, riporta la ricerca sull’Assicurazione italiana 2012-2013 di Ania, nei rami vita il canale bancario e postale, forma principale di intermediazione, registra un calo della raccolta premi superiore alla media di mercato e, conseguentemente, il relativo market share, si riduce ulteriormente rispetto al 2011. Anche il canale agenziale risulta in contrazione, mentre le altre reti di distribuzione sono in aumento: in particolare, migliora la vendita tramite i promotori finanziari e la vendita diretta. Nel comparto danni gli agenti si confermano nel 2012 il principale canale di intermediazione, ma registrano un calo superiore alla media di mercato; continua lo sviluppo della vendita diretta, particolarmente di quella tramite internet e telefono. I risultati di una analisi Ania, condotta sulla base dei dati dell’Associazione italiana dei broker (Aiba), mostra che i dati delle imprese di assicurazione sottostimano l’importanza di questi intermediari nel comparto danni. Il 78% delle compagnie intervistate ha dichiarato che sosterrà investimenti crescenti nella trasformazione digitale