Luigi Dell’Olio
È una partita da giocare in primo luogo sul piano culturale quella per la diffusione della moneta elettronica. Perché, nonostante gli innegabili vantaggi pratici derivanti dalla possibilità di avere sempre a disposizione il denaro, resiste ancora una certa diffidenza in una vasta schiera di popolazione verso l’utilizzo di bancomat e carte di credito. Anche se lo scenario è in evoluzione, soprattutto grazie al boom dei pagamenti tramite cellulare, che fanno leva su un’ampia diffusione di terminali di nuova generazione. Secondo i dati di Bankitalia, alla fine del 2012 nella Penisola risultavano esserci 72milioni di carte attive, considerando quelle di credito, di debito e le ricaricabili, 5,7 milioni in più rispetto all’anno precedente. Dunque la moneta elettronica ha smesso di essere un comparto di nicchia ed è ampiamente diffusa lungo tutto lo Stivale, tanto tra i giovani, quanto tra le persone di mezza età, mentre solo tra i più anziani i livelli risultano sensibilmente più contenuti. L’entusiasmo cala, tuttavia, se si considera l’utilizzo che se ne fa, considerato che le transazioni in contante coprono ancora l’85% del totale. Il 15% restante è distribuito tra assegni, bonifici e disposizioni, mentre meno della metà è imputabile alle carte di pagamento. Dunque la moneta elettronica è nelle tasche degli italiani, ma spesso più come riserva per le necessità, che come modalità di pagamento usuale. Le
operazioni condotte con le card sono comunque in crescita, avendo toccato quota 1,89 miliardi lo scorso anno contro 1,72 del 2011, un trend rilevante se si considera che è maturato in una fase di recessione per l’economia italiana. Ma dal settore della moneta elettronica ci si attende uno scatto più deciso. In sostanza, non mancano le ragioni per vedere il bicchiere mezzo pieno, anche se nel confronto con gli altri Paesi europei l’Italia continua a scontare un pesante ritardo. Che è in primo luogo di tipo culturale, considerato che sul fronte della sicurezza la moneta elettronica presenta minori criticità rispetto all’uso del contante, la cui gestione per altro pesa per circa 8 miliardi di euro sui conti delle banche (lo 0,5% del Pil). Con ricadute a cascata sui costi a carico dei correntisti. Secondo uno studio condotto da MarketLab per Aifin, una delle principali ragioni che ancora oggi spingono i consumatori a preferire il contante alla moneta elettronica è la forza dell’abitudine. Come si è visto per la prima ondata dei telefonini e anche per Internet, è il passaparola l’arma più efficace per trasformare l’innovazione in un fenomeno di massa, capace di conquistare anche coloro che in una prima fase ne restano distanti per difficoltà nel comprenderne le potenzialità o per riserve mentali nell’abbandonare il contante. Un ruolo di stimolo lo gioca in questo scenario la diffusione del commercio elettronico, che quest’anno dovrebbe sviluppare un fatturato di 11,2 miliardi di euro (dati dell’Osservatorio eCommerce B2c, realizzato da Netcomm in collaborazione con la School of Management del Politecnico di Milano), in crescita del 17% rispetto al 2012, a fronte di una dinamica complessiva dei consumi in fase discendente. Anche se Eurostat (l’istituto statistico europeo) raffredda l’entusiasmo rilevando che solo l’11% degli italiani ha effettuato acquisti online nell’ultimo trimestre, un terzo della media comunitaria (35%) e un sesto degli e-shopper inglesi, che raggiungono quasi il 65%. Eppure ormai quasi tutti i grandi e medi retailer del nostro Paese hanno una piattaforma di e-commerce e anche il decollo dell’ecouping gioca a favore dello sviluppo di questo comparto. Come già accennato, lo scenario è comunque in rapida evoluzione, soprattutto per merito degli smartphone, ampiamente diffusi nel nostro Paese (sono circa 2,5 milioni quelli attivi, con un trend in rapida crescita) e ormai divenuti veri e propri portafogli virtuali. Grazie alla Nfc (Near Field Communication), tecnologia basata sulla connettività a radiofrequenza che consente la comunicazione bidirezionale a corto raggio tra dispositivi elettronici. La Nfc può essere integrata con la sim, permettendo così l’utilizzo delle carte di credito (o di carte prepagate) all’interno dispositivo mobile: è infatti sufficiente avvicinare il telefonino alla cassa e cliccare sullo schermo per condurre in porto il pagamento nel giro di pochi secondi. Iniziative di questo tipo sono in corso di svolgimento in diverse città italiane, con buoni risconti, considerato che l’opzione abbina alla comodità di avere denaro sempre a portata di mano, con la prospettiva di inserire in memoria anche le carte di credito o i punti fedeltà del supermarket o della stagione di rifornimento del carburante. Sono soprattutto i micropagamenti (da quelli al supermercato e al tabaccaio ai ticket per i mezzi di trasporto) a diffondersi in questo comparto, anche per le minori resistenze culturali che sollevano in materia di sicurezza delle transazioni. Tra il 2011 e il 2012 il balzo nei pagamenti via cellulare (+30%) è stato importante, anche se in valori assoluti siamo su livelli contenuti: 900 milioni di euro, di cui oltre la metà legati all’acquisto di contenuti digitali per gli smartphone, trainati dal boom delle app, che hanno generalmente un costo contenuto. Va comunque considerato che alla diffusa disponibilità di terminali per effettuare i pagamenti corrisponde una presenza a macchia di leopardo dei Pos abilitati ad accettare la transazione via cellulare. Una spinta in tal senso potrebbe arrivare dall’evoluzione normativa, che già negli ultimi anni ha fatto dei passi in avanti per promuovere il ricorso ai pagamenti elettronici anche in un’ottica di tracciabilità, utile a combattere la piaga dell’evasione fiscale, che in Italia ammonta al 17% circa della ricchezza prodotta ogni anno. Nonostante le carte di credito siano sotto utilizzate, le operazioni condotte con le card sono comunque in crescita, essendo state 1,89 miliardi lo scorso anno contro 1,72 nel 2011 LA CURIOSITA’ Come si è visto per la prima ondata di telefonini e anche per Internet, è il passaparola l’arma più efficace per trasformare l’innovazione in un fenomeno di massa, capace di conquistare anche chi all’inizio ne è rimasto distante Destinati a svilupparsi i sistemi di pagamento contact less compiuti dal tandem telefonini-pos. Intanto quest’anno il commercio elettronico dovrebbe sviluppare un fatturato di 11,2 miliardi di euro (dati dell’Osservatorio eCommerce B2c), in crescita del 17%