Più tasse sui risparmi. Il disegno di legge di stabilità 2014, presentato ieri al senato, prevede l’aumento dell’imposta di bollo sul conto titoli: dal prossimo anno, questa sorta di patrimoniale passerà infatti al 2 per mille. Una misura che, stando alla relazione tecnica che accompagna il provvedimento, costerà ai cittadini oltre 500 milioni all’anno. È prevista inoltre l’imposta di bollo forfettaria di 16 euro per le istanze presentate alle pubbliche amministrazioni per via telematica e per i relativi atti e certificati, ma, dice la relazione, con effetti trascurabili sulle entrate. Novità procedurali in arrivo, infine, per l’imposta di bollo virtuale: sarà istituito un modello unico per uniformare le dichiarazioni dei contribuenti.
Tassazione dei prodotti finanziari. Come si ricorderà, il decreto «salva Italia» n. 201 del 2011 ha modificato l’art. 13, comma 2-ter, della tariffa allegata al dpr n. 642/1972, al fine di rimodulare l’imposizione di bollo sui prodotti finanziari. In particolare, la manovra che ha segnato il debutto del governo Monti ha previsto l’applicazione dell’imposta proporzionale, nella misura dell’1 per mille per l’anno 2012 e dell’1,5 dal 2013, indipendentemente dall’esistenza di un rapporto di deposito.
Una volta fatto questo lavoro, è un gioco da ragazzi intervenire poi per reperire entrate senza fatica, essendo sufficiente aumentare l’aliquota. Obiettivo, questo, messo a segno dal ddl di stabilità del governo Letta, che dall’anno prossimo eleva la misura dell’imposta al 2 per mille.
Bollo a forfait. Con una modifica all’art. 3 della tariffa allegata al dpr 642/72, viene introdotta l’imposta di bollo forfetaria di 16 euro sulle istanze trasmesse per via telematica agli uffici e organi della pubblica amministrazione, dirette a ottenere l’emanazione di un provvedimento o il rilascio di un certificato.
Si tratta di un importo fisso: l’imposta è di 16 euro indipendentemente dalle dimensioni del documento. Lo stesso tributo graverà forfettariamente sugli atti, provvedimenti e certificati rilasciati dalle pubbliche amministrazioni per via telematica.
Al fine di permettere ai cittadini e alle imprese di assolvere per via telematica gli obblighi connessi all’invio di istanze alle pubbliche amministrazioni, l’Agenzia delle entrate adotterà entro sei mesi un apposito provvedimento per stabilire le modalità per il pagamento, per via telematica, dell’imposta di bollo dovuta sulle istanze e sugli atti telematici. Viene conseguentemente soppressa l’analoga disposizione contenuta nell’art. 6-bis del dl n. 5/2012.
Dichiarazione dell’imposta di bollo virtuale. Sarà introdotto, infine, un modello unico per uniformare la dichiarazione di pagamento dell’imposta in modo virtuale, prevista dall’art. 15 del dpr n. 642/72, che i contribuenti autorizzati devono presentare annualmente, entro il mese di gennaio dell’anno successivo, per comunicare il numero di atti e documenti emessi nell’anno precedente, al fine di consentire all’ufficio di liquidare l’importo definitivo dell’imposta dovuta.
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