Roma N on sono solo gli sportelli bancari a vendere prodotti di risparmio gestito, le reti di promozione finanziaria hanno registrato nei primi otto mesi del 2013 una raccolta netta di poco superiore ai 15 miliardi di euro, quella lorda supera i 55 miliardi, ma questa non è una novità, né rappresenta un’inversione di tendenza, dal momento che nel corso degli ultimi anni i promotori hanno sempre assicurato un saldo di raccolta positivo, con la sola eccezione del 2008. Analizzando il dato complessivo di raccolta netta dei prodotti di risparmio gestito fornito da Assoreti, si scopre che la parte prevalente, 9,3 miliardi, è rappresentata dal collocamento di fondi e sicav, con una larga prevalenza di prodotti esteri, mentre 5,4 miliardi sono riferiti a prodotti assicurativi e previdenziali, soprattutto unit-linked, e la parte rimanente, 457 milioni, è costituita da gestioni di portafoglio. A guidare la graduatoria di raccolta netta di risparmio gestito è Banca Fideuram, con 3,4 miliardi di euro, i prodotti assicurativi hanno contribuito per 2,2 miliardi, a fronte di un calo dello stock di titoli e liquidità (il risparmio amministrato) per 1,8 miliardi. Allianz Bank Financial Advisors ha registrato una raccolta netta di 1,9 miliardi, Finecobank è appena un gradino sotto, con 1,8 miliardi, ma a registrare i maggiori volumi di raccolta in fondi sono due reti, Banca Mediolanum e Banca Generali. La prima ha segnato un record storico, con una raccolta netta in fondi che ha superato i 3,3 miliardi di
euro, realizzata interamente sui prodotti di casa, con il 50% circa delle sottoscrizioni confluito su prodotti flessibili / multiasset e la parte restante suddivisa in prodotti obbligazionari, azionari e bilanciati. «La cosa rilevante è che si evidenzia una ripresa del comparto azionario anche all’interno del mix dei fondi flessibili che, se anche non risulta ancora importante in valore assoluto, cresce anche grazie ai nuovi prodotti lanciati a giugno», sottolineano in Mediolanum. La raccolta gestita di Banca Generali, che dopo otto mesi aveva già superato il risultato record dell’intero 2012, anche a settembre ha confermato questa tendenza, portando il totale oltre i 2 miliardi di euro, per quasi 1,3 miliardi rappresentati da fondi. «Il nostro modello di business basato su un’architettura aperta di distribuzione trova riscontro dai dati di raccolta dove emergono le soluzioni dalle ampie possibilità di diversificazione come, in cima alle preferenze, i fondi di fondi Bg Selection Sicav che hanno raggiunto i 6 miliardi di euro di masse dal lancio cinque anni fa» spiega Mario Beccaria, responsabile asset management di Banca Generali. I clienti che hanno scelto il prodotto Bg Selection, 43 comparti e 27 società di investimento in delega di gestione, si sono posizionati prevalentemente su comparti flessibili, con una preferenza per un’esposizione azionaria nel range 0-50%, e su comparti azionari globali. Fondi da record, dunque, ma cosa consigliano le reti di promozione ai propri clienti, ora che il lunghissimo ciclo di ribasso dei tassi sembra prossimo al capolinea? La risposta varia, ovviamente, in funzione delle esigenze e delle necessità dello specifico cliente, ma diversificazione di portafoglio e incremento delle posizioni azionarie sono i temi ricorrenti. «Già da diversi mesi il mix di raccolta sui portafogli dei nostri clienti denota una chiara propensione verso soluzioni flessibili diversificate, soprattutto a cedola, non eccessivamente concentrate sul mercato obbligazionario, finalizzate a sfruttare in primis le aspettative sui dividendi del segmento equity globale », è quanto segnala Mediolanum. In Banca Generali ritengono che non sia più tempo per investimenti unidirezionali verso le sole obbligazioni e che sia importante selezionare con cautela le opportunità nel reddito fisso. «Tendenzialmente crediamo che un’accurata diversificazione, in una fase così complessa e ricca di incognite sui mercati, possa prevedere una crescente esposizione sull’azionario, sia sull’Europa, dove si stanno cogliendo i primi segnali di ripresa, sia sui paesi di nuova frontiera, dove le recenti valutazioni appaiono interessanti dopo la volatilità di agosto», spiega Beccaria, che segnala come interessanti anche i fondi azionari tematici, come, ad esempio, quelli dedicati alle small cap. Anche per le reti, tuttavia, non è facile spingere sui prodotti azionari, sebbene, rispetto alla clientela degli sportelli bancari, i risparmiatori che si rivolgono a reti di promozione finanziaria mostrino, sia pure in misura contenuta, una maggior propensione al rischio. Le reti, infatti, assicurano, secondo i dati elaborati da Assoreti, più o meno il 50% della raccolta complessiva dei fondi bilanciati e azionari, laddove per flessibili e obbligazionari, che pure restano i preferiti, il contributo di raccolta si ferma intorno al 20%. «Alcuni segnali di inversione e propensione all’equity si sono visti negli ultimi mesi, anche se, considerando il profilo non troppo intraprendente degli investitori italiani, è probabile che si assista a un progressivo incremento dell’esposizione azionaria attraverso soluzioni multiasset rispetto a quelle pure», rispondono in Mediolanum. «Per queste ragioni abbiamo sviluppato soluzioni come Double Chance, mutuando l’efficacia dei pac, con l’obiettivo di consentire ai clienti di entrare nei mercati azionari in modo graduale e ridurre l’impatto emotivo insito nei mercato azionari». (m.man.) Analizzando il dato complessivo di raccolta fornito da Assoreti si scopre che la parte prevalente, 9,3 miliardi, è rappresentata dal collocamento di fondi e sicav, soprattutto di prodotti esteri