Che cosa succede in Intesa fra Enrico Cucchiani e Giovanni Bazoli? Rottura in corso fra il capo azienda della banca e il presidente dell’istituto di credito? Di certo le tensioni non sono soltanto frutto di fantasia. Ma andiamo con ordine, o quasi.
La risposta birichina – Tutto nasce, mediaticamente, da una risposta data da Cucchiani a una domanda sui finanziamenti passati di Intesa al bazoliano Zalesky; finanziamenti su cui l’ex ceo di Intesa, Corrado Passera, non ha mai avuto da ridire. La risposta di Cucchiani («il credito non gliel’ho dato io, adesso bisogna guardare avanti») è stata interpretata come una stilettata indiretta all’83enne presidente di Intesa.
Nodo Passera – Chi, in questi giorni, ha sentito Cucchiani assicura che era una riflessione “neutrale”, anche se fattuale. Come dire: i Zalesky appartengono al passato (bazoliano e passeriano). Ovvero: il sistema relazionale che vedeva Intesa come banca dedita a operazioni di “sistema” finirà e deve finire per il bene della stessa Intesa. Una stilettata, quindi, più a Passera che a Bazoli? Il tweet con cui l’ex consigliere delegato di Intesa ed ex ministro dello Sviluppo economico ha criticato la decisione di Intesa, Generali e Mediobanca di vendere agli spagnoli di Intesa le azioni di Telco che controlla Telecom certifica comunque che una decisione caldeggiata e approvata dal successore di Passera è stata biasimata da Passera. Anche in quest’ottica rientrano alcuni malumori di manager considerati vicini a Passera, come Gaetano Micciché, al quale Cucchiani ha sottratto la gestione delle partecipazioni come Rcs e Alitalia, oltre che Telco.
Gli attriti – I rapporti umani e professionali tra Bazoli e Cucchiani sono buoni. Comunque si nota, anche dentro Intesa, una sorta di dualismo strutturale fra chi all’interno, per abitudini e impostazioni, segue un vecchio schema operativo e chi, come Cucchiani e gli uomini più vicini a Cucchiani, ha una visione larga e internazionale: l’unica che può far vivere e rendere protagonista Intesa nelle aree estere in cui è presente anche in vista di futuri consolidamenti nel settore.
Il ruolo di Cucchiani – Le divergenze non mancano. Dal versante bazoliano si sottolinea una scarsa presa dell’amministratore delegato sull’operatività della banca e una maggiore propensione a un presenzialismo esterno, anzi estero. Non è un mistero, d’altronde, che Cucchiani ritenga non all’altezza delle sfide delle banche, compreso Intesa, un azionariato incentrato sulle fondazioni bancarie. Per questo, le congetture su sondaggi più o meno formali del capo azienda con fondi e soci esteri in procinto di entrare nel capitale dell’istituto hanno indispettito, o solo preoccupato, i vertici degli enti creditizi azionisti di Intesa, a partire dalla Cariplo presieduta da Giuseppe Guzzetti e dalla Compagnia di San Paolo presieduta da Sergio Chiamparino. E sullo sfondo resta il superamento del sistema duale con la compresenza di un consiglio di sorveglianza e di un consiglio di gestione; un sistema desueto e barocco per Bankitalia come per Cucchiani.
Che succederà – I prossimi giorni e le prossime settimane diranno se Bazoli accetterà e asseconderà il nuovo corso cucchianiano oppure se sarà Cucchiani a bazolizzarsi. La seconda ipotesi, assicura chi conosce Cucchiani, è esclusa: piuttosto toglierà il disturbo, prima che siano altri a defenestrarlo.