di Andrea Montanari
Il cda di Carige si spacca sulle risposte ai rilievi di Banca d’Italia. Il documento dell’istituto ligure è stato approvato ieri a maggioranza, con il voto decisivo del presidente Giovanni Berneschi.
I voti a favore sono arrivati dai consiglieri in uscita dalla banca, che lunedì riunirà l’assemblea per eleggere il nuovo cda. Il voto contrario è stato invece espresso dai consiglieri riconfermati nelle liste presentate per l’assemblea del 30 settembre, a partire dal presidente in pectore, Cesare Castelbarco Albani. Punto fondamentale del dissenso è stato il non evidenziare, nelle risposte a Bankitalia, il ruolo egemone di Berneschi, per un ventennio dominus della banca, e il fatto che il via libera a certe decisioni fosse imposto attraverso una prevaricazione di Berneschi sul consiglio. La spaccatura e il voto decisivo di Berneschi hanno provocato molta irritazione nei sette consiglieri contrari (con Castelbarco Albani, gli altri componenti espressione della Fondazione e dei soci francesi, Giovanni Marongiu, Guido Pescione, Philippe Wattecamps, Philippe Garsuault, Alessandro Repetto e Luigi Gastaldi).
Oltre al documento approvato ieri, a Bankitalia arriveranno le risposte dei consiglieri che rischiano, a vario titolo, pesanti sanzioni per gli addebiti mossi a ognuno dalla Vigilanza.
Via Nazionale ha rivolto a Carigepesanti critiche sulla gestione del credito, sulle assicurazioni e sulla governance. Proprio su questo tema è stato evidenziato il peso eccessivo, non rispecchiato nella formale distribuzione delle deleghe tra i vari organi della banca, del presidente Berneschi, senza che le decisioni dello stesso venissero messe in discussione sia dalla direzione generale che dal cda. Ai consiglieri dell’istituto ligure è stato imputato il fatto di aver sempre votato a favore delle proposte del presidente anche quando, nel corso delle discussioni in cda, erano stati sollevati dubbi.
Ieri inoltre sono stati fissati i prossimi passi della banca. Dopo la nomina del nuovo cda, si arriverà nel giro di poche settimane alla scelta dell’ad: una figura oggi non prevista nella governance, che si affiancherà a quella del dg, Ennio Lamonica. Per il momento si stanno vagliando 3-4 candidati. Entro la fine di ottobre, poi, sarà elaborato il nuovo piano industriale, che potrebbe includere anche la cessione (parziale o totale) di Banca Cesare Ponti. Inoltre è stata confermata la cessione delle attività assicurative: nelle ultime ore è emerso, tra i possibili acquirenti, un gruppo assicurativo scandinavo. L’obiettivo finale, confermato ieri, è quello di completare le operazioni necessarie per arrivare al rafforzamento patrimoniale da 800 milioni di euro richiesto da Bankitalia. Ieri il titolo Carige ha chiuso a 0,47 euro (-0,86%). (riproduzione riservata)