Crisi? Quale crisi? I Paperoni nel mondo sono sempre di più. E anche in Italia, il numero dei super ricchi nell’ultimo anno è cresciuto del 7%: ha superato quota 2 mila ed è arrivato a 2.075 individui che insieme, controllano 235 miliardi di dollari (178 miliardi di euro), con una media di 86 milioni di euro a testa. Lo dice l’ultimo rapporto di Ubs realizzato nel periodo compreso tra la prima metà del 2012 e la prima metà del 2013 sui super-ricchi sparsi per il pianeta, a quanto pare pressoché immuni dalla recessione. Nonostante l’elevata disoccupazione e la crescita a singhiozzo in Europa, nell’ultimo anno il numero dei ricconi (Uhnw, ultra wealthy population, ovvero coloro che hanno asset per almeno 30 milioni di dollari) presenti nel mondo è aumentato a 199.235 mila individui, per un patrimonio complessivo di oltre 27 mila miliardi di dollari. L’aspetto interessante sta nel fatto che i Paperoni sono cresciuti a un ritmo più veloce nelle economie Occidentali rispetto a quanto abbiano fatto nei Paesi in via di sviluppo. Solo il Medio Oriente ha aumentato la propria ricchezza più velocemente di Nordamerica ed Europa.
A spingere in alto la ricchezza, si legge nel rapporto di Ubs, ha contribuito in particolare il rafforzamento dei mercati azionari che ha fatto da contraltare alla crisi dell’economia. La crescita è in gran parte concentrata in Nord america e in Europa: queste due aree hanno infatti registrato un incremento di circa 10 mila Paperoni rispetto alla precedente rilevazione, con un aumento complessivo della ricchezza di 1,5 trilioni di dollari. In Asia il numero dei ricconi è rimbalzato da 42 mila a 44 mila unità per un patrimonio complessivo di 6.500 miliardi di dollari (+5,4%). Nel Vecchio Continente è la Svizzera a registrare l’aumento più significativo: tra il 2012 e il 2013 i super-ricchi sono saliti del 13,1% e il loro patrimonio totale del 14,5%. Bene anche la Germania, che con un +13% resta in testa alla classifica del numero finale di Paperoni.
A guidare la classifica dei super-ricchi sono poi gli uomini (che costituiscono l’88% del totale) così come gli individui con capitali self-made (non ereditati), che rappresentano il 65% del totale a livello globale. (riproduzione riservata)