di Ignazio Marino  

Contributi più cari e pensioni più lontane nel tempo per i ragionieri. Da quest’anno l’aliquota soggettiva minima da pagare sui redditi professionali sale dall’8 al 10% e crescerà di un punto percentuale fino al 2018 quando si stabilizzerà al 15%. Mentre per accedere alla pensione di vecchiaia non basteranno più 65 anni ma ce ne vorranno 68 e almeno 40 anni di contribuzione effettiva. Ancora, per chi è già in pensione nel triennio 2014-2016 scatterà il contributo di solidarietà (dall’1 al 5%). Con 101 voti favorevoli, 24 contrari e 11 astenuti ieri il comitato dei delegati di cassa ragionieri ha approvato in extremis le misure per la sostenibilità a 50 anni. Il ministero del lavoro, infatti, dopo aver sollevato una serie di obiezioni (di fatto una bocciatura) su una prima ipotesi di riforma aveva dato un’ultima possibilità di correggere lo statuto e il regolamento secondo linee precise. Se ieri i delegati non avessero approvato gli interventi (chiesti dalla legge 214/2011 meglio conosciuta come riforma Monti-Fornero) sarebbe stata riaperta la procedura di commissariamento (avviata con nota n. 15468 del 24 ottobre 2012 e poi sospesa con la nota n. 16723 del 15 novembre 2012), come anticipato ai vertici dell’ente dalla direzione generale per le politiche previdenziali del ministero in data primo luglio 2013.

«I delegati hanno votato tutte le modifiche richieste dai ministeri», ha spiegato il presidente della Cnpr Paolo Saltarelli, «dai quali ci aspettiamo ora una rapida approvazione. Una riforma molto dura, ma siamo certi che il percorso iniziato con la politica possa consentire un futuro più sereno ai nostri iscritti». Si apre ora infatti una nuova stagione per la cassa dei ragionieri che negli ultimi cinque anni, dopo l’unificazione degli albi dei dottori commercialisti e dei ragionieri ma non delle casse previdenziali, ha visto crollare gli iscritti. Saltarelli e i suoi infatti hanno incassato, nel corso degli ultimi incontri con il ministro, l’impegno di Enrico Giovannini a trovare una soluzione all’annosa questione dei nuovi iscritti. «Il mio mandato e quello di questo Consiglio sono al termine. Lasciamo i conti in ordine», ha concluso il presidente, «e, se potremo contare sulla ripresa dei flussi demografici anche con un limitato numero di nuovi iscritti, chi verrà dopo di noi potrà temperare alcune delle misure che abbiamo dovuto assumere oggi».