Nessun segnale di miglioramento per il credito in Italia. Al contrario, gli ultimi dati di Bankitalia, riferiti a luglio, hanno mostrato un’ulteriore contrazione dei prestiti e un incremento delle sofferenze. Insomma non si interrompe la spirale negativa del credito (la maggiore rischiosità dei finanziamenti ne provoca una minore offerta da parte delle banche).
Rispetto agli ultimi mesi, sono in peggioramento anche i dati sui tassi, che a luglio sono tornati a salire. La raccolta è stata sostanzialmente stabile.
Secondo i dati diffusi ieri da Bankitalia, i prestiti delle banche al settore privato hanno registrato a luglio una contrazione su base annua del 3,3%, un nuovo record che supera il -3% di giugno. Il credit crunch è nettamente più forte per le imprese (-4,1% a luglio, stesso dato di giugno). Ma nell’ultimo mese considerato da Via Nazionale, si è accentuata la riduzione dei prestiti anche nei confronti delle famiglie, scesi dell’1,1% sui dodici mesi (dal -1% a giugno).
Quanto alle sofferenze, nei giorni scorsi alcuni banchieri hanno indicato una riduzione del tasso di crescita. Ma questo fenomeno non è ancora visibile nei dati di Bankitalia. L’aumento annuo delle sofferenze è risultato pari al 22,2%, più alto rispetto al 21,9% toccato nel mese precedente.
Per imprese e famiglie lo scenario del credito è peggiorato anche in termini di costi. In particolare, le piccole e medie imprese continuano a pagare un conto sempre più salato: i tassi d’interesse sui nuovi prestiti alle società non finanziarie di importo fino a 1 milione sono stati pari al 4,41% (4,30% nel mese precedente). Quelli sui nuovi prestiti di importo superiore a 1 milione sono aumentati al 2,96% (2,77% a giugno). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono invece stati pari all’1,05% (1,08% a giugno). Quanto alle famiglie, i tassi d’interesse (comprensivi delle spese accessorie) sui finanziamenti erogati per l’acquisto di abitazioni sono aumentati al 3,96% (dal 3,9% di giugno); quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo sono lievemente calati al 9,52% (9,55% a giugno). Lieve flessione anche per il tasso di crescita dei depositi del settore privato, che è stato pari al 5,9%, rispetto al +6% di giugno. La raccolta obbligazionaria è diminuita del 6,3% sui dodici mesi, un calo più accentuato rispetto al -4,2% del mese precedente. (riproduzione riservata)