di Paola Valentini 

Continua la fase d’oro per l’industria italiana del risparmio gestito grazie a un boom dei fondi che prosegue ininterrotto da inizio anno. A luglio, in base ai dati diffusi da Assogestioni, la raccolta netta è stata positiva per oltre 6,3 miliardi. Si tratta del settimo mese consecutivo che si chiude in attivo.

Da inizio anno i flussi sono positivi per 44,7 miliardi. Il risultato di luglio porta il patrimonio oltre la quota record di 1.269 miliardi. L’andamento positivo, spiega Assogestioni, è da attribuire principalmente ai fondi aperti e ai mandati istituzionali. In particolare, le gestioni collettive (fondi e sicav) hanno raccolto 3,6 miliardi e detengono un patrimonio che alla fine del mese vale più di 568 miliardi, il 45% delle masse complessivamente gestite. Tra i fondi e le sicav dominano sempre i prodotti di diritto estero, che hanno attirato flussi per oltre 2,2 miliardi, ma anche quelli di diritto italiano si sono difesi bene e hanno raccolto 1,3 miliardi di euro. Quest’anno le banche italiane, che di fatto controllano la maggior parte delle sgr, sono tornate a puntare sui fondi comuni anche per compensare il calo dei margini nelle attività di intermediazione e di trading. Prova ne è la forte spinta all’innovazione di prodotto, che ha coinvolto le maggiori sgr con il lancio di molti fondi.

 

Secondo un’analisi di Prometeia nel 2012 sono arrivati sul mercato 235 nuovi comparti, 100 in più rispetto ai 135 del 2011, quasi tutti offerti da società di gestione appartenenti a gruppi bancari (che peraltro fanno il grosso del mercato). Un’innovazione che quest’anno si è intensificata: nel solo primo trimestre sono stati 40 i fondi proposti dalle principali società di gestione delle banche. I nuovi fondi comuni sono anche quelli verso i quali si è indirizzata la raccolta netta: sempre Prometeia calcola che lo scorso anno le sgr bancarie hanno raccolto circa 30 miliardi attraverso questi nuovi comparti a scapito dei fondi già esistenti, i cui deflussi si sono approssimati a quasi 40 miliardi di euro. Con i 40 fondi comuni lanciati nei primi tre mesi del 2013 le sgr bancarie hanno raccolto quasi 7 miliardi. Si tratta soprattutto di prodotti obbligazionari o flessibili, che offrono una cedola periodica e per questo sono apprezzati dai risparmiatori alla ricerca di un’integrazione al reddito.

Intanto negli ultimi mesi, grazie alla ripresa delle borse, iniziano a spuntare nuovi fondi con una maggiore componente azionaria. Un fenomeno che è proseguito anche a luglio, visto che dai dati di raccolta di Assogestioni emerge che i sottoscrittori hanno affidato i risparmi in particolare ai gestori di fondi flessibili, che hanno registrato flussi netti per 2,2 miliardi. In positivo anche gli azionari (+740 milioni), che sono tornati in attivo dopo la raccolta in rosso di giugno (-1,2 miliardi), anche se restano in marginale passivo da inizio anno (-19 milioni). Luglio ha segnato anche un ritorno sugli obbligazionari (+584 milioni) dopo il rosso di 722 milioni di giugno, che aveva interrotto una fase di boom per questi prodotti a causa delle paure per un possibile rialzo dei tassi negli Usa a seguito delle dichiarazioni della Fed a maggio. Bene anche i bilanciati (+193 milioni) che tutto sommato tengono la rotta con flussi per 2,8 miliardi da inizio anno. Nel corso del mese è stata positiva anche la raccolta delle gestioni istituzionali con 2,5 miliardi. Le gestioni retail hanno incassato invece 222 milioni. Nel complesso gli asset investiti nelle gestioni di portafoglio superano quota 700 miliardi, il 55% del patrimonio dell’intero settore.

 

Tra le singole società, spicca il gruppo Intesa Sanpaolo con 1,6 miliardi di raccolta, seguito da Poste (678 milioni), Pioneer (Unicredit) con 673 milioni e gruppo Generalicon 533 milioni. Buoni anche i risultati del Banco Popolare e di Am Holding. Proprio questi due operatori sono quelli che, tra le sgr italiane, sono i più attivi nel lancio di nuovi fondi. Tra gli esteri spiccano Jp Morgan am (470 milioni tutti in fondi aperti) e Morgan Stanley (280 milioni in fondi aperti). Rallenta intanto l’impressionante ritmo di crescita del big Franklin Templeton (primo estero Italia per asset nei fondi aperti con 28,4 miliardi), che a luglio ha registrato una raccolta netta di 188 milioni, pur tornando in attivo rispetto al rosso di giugno.

Sul fronte delle reti quotate, Mediolanum ha registrato un risultato netto totale di 223 milioni, mentre nei soli fondi aperti sono entrati 373 milioni. Azimut ha ottenuto 262 milioni di cui 213 in fondi. (riproduzione riservata)