Due anni e otto mesi di reclusione, 20 mila euro di multa, la confisca di quote della società Pegasus, proprietaria degli immobili di famiglia in zona San Siro a Milano, e di polizze per un ammontare di alcuni milioni di euro. Questo il conto che Giulia Ligresti salderà con la giustizia per il caso Fondiaria-Sai.
La mossa di Giulia Ligresti ha spiazzato gli altri indagati. Se tutti erano scesi in trincea, contestando punto per punto le ricostruzioni di Procura e Guardia di Finanza sul presunto trucco di bilancio (la sottovalutazione della voce riserva sinistri), l’ex presidente di Premafin e vicepresidente di FonSai si è limitata a dire di non conoscere i dettagli tecnici e di essersi fidata del lavoro di chi le sottoponeva le carte, facendo nomi e cognomi.
Nell’agenda dei pm Nessi e Gianoglio c’è ora l’interrogatorio di Paolo Ligresti, che dovrebbe tenersi il 27 settembre a Lugano. Dopo qualche settimana di attesa nei giorni scorsi è infatti arrivato il semaforo verde da parte della magistratura ticinese alla rogatoria che consentirà di interrogare il figlio di Salvatore Ligresti. Lo scorso luglio Ligresti junior era riuscito ad evitare cattura ed estradizione perché, oltre a trovarsi sul suolo elvetico, da una ventina di giorni era diventato formalmente un cittadino della Confederazione. Nelle prossime settimane è possibile che venga ascoltato anche Salvatore Ligresti, dal momento che il consulente medico della procura ha accertato che nonostante l’età avanzata e qualche acciacco l’ex presidente d’onore di Fondiaria-Sai è perfettamente in grado di far fronte alle domande dei magistrati. (riproduzione riservata)