di Anna Messia

Dopo i record di raccolta inanellati mese dopo mese, le società di risparmio gestito hanno ripreso a dare soddisfazioni anche agli azionisti. È il caso di Anima, la sgr nata dalla fusione tra Prima (che incorpora le attività di gestione di Mps), Bpm Gestioni e la vecchia Anima, che la Popolare di Milano aveva rilevato da Alberto Foà e dal suo team.

A soli tre anni dall’avvio di quel progetto, che ha dato vita alla prima Sgr indipendente italiana, si cominciano già a vedere i primi benefici per i soci, grazie anche alla fase positiva imboccata dal risparmio gestito (secondo Assogestioni da gennaio a giugno la raccolta complessiva di fondi e gestioni è stata di 38 miliardi).

Anima Sgr ha chiuso il bilancio 2012 con un utile di 74 milioni, che rispetto al patrimonio aziendale rappresenta un roe di quali il 103%, e ha distribuito interamente i profitti ai suoi azionisti: un pay out del 100%. La mossa, come si legge nel bilancio della sgr, è stata possibile perché il codice civile prevede la costituzione di riserve legali pari a un quinto del capitale sociale, e considerando che «tale limite è stato già raggiunto con l’approvazione dei bilanci precedenti» i soci hanno potuto incassare tutto il risultato 2012.

Il beneficio maggiore è andato indirettamente a Clessidra sgr, che tramite il fondo Clessidra Capital Partners II controlla il 37% di Amh, holding che a sua volta detiene il 100% di Anima Sgr. Segue il gruppo Bipiemme, che detiene il 35%, di cui il 26% direttamente da Popolare di Milano e il 10% tramite Banca di Legnano. Poi c’è ilMonte dei Paschi di Siena, con il 23% e a seguire il Credito Valtellinese, con il 3%, oltre a quote residuali di Banca Etruria e di Finnat.

E ci sono tutte le premesse perché il 2013 sia ancora più fruttuoso, considerando che Anima sgr ha chiuso il primo semestre con ricavi netti per 90 milioni, contro i 165 milioni dell’intero 2012 e i 146 del 2011. In ogni caso gli azionisti sembrano intenzionati ad aumentare ancora la posta in gioco. Sono cioè pronti a investire sulla crescita della società guidata di gestione da Marco Carreri. Anima del resto era stata tra le sgr in pista per rilevare le attività nel risparmio gestito di Carige, acquisiti poi da Arca, e alla fine dell’anno scorso ha deciso di rilevare Aperta sgr dal Credito Valtellinese per 27,5 milioni e la Lussemburgo Gestioni Sa per altri 7 milioni di euro, che a dicembre dell’anno scorso gestivano circa 2 miliardi di euro nelle gestioni patrimoniali e 540 milioni nei fondi comuni. A gennaio scorso è stato poi redatto il piano industriale triennale 2013-2015 di Anima, che tra gli obiettivi strategici del prossimo triennio prevede anche la fusione per incorporazione di Aperta Sgr, ora partecipata direttamente dalla holding, nella controllata Anima sgr. L’obiettivo è razionalizzare l’assetto delle partecipazioni e rendere più efficiente la struttura della società. Ma non sono escluse nuove acquisizioni, anche se non appaiono all’ordine del giorno. «Siamo concentrati innanzitutto sulla crescita organica, senza aggregazioni», aveva dichiarato Carreri in un’intervista rilasciata a inizio agosto a MF-Milano Finanza, «D’altra parte con 40 miliardi di asset in gestione abbiamo raggiunto dimensioni che ci permettono di guardare al futuro senza necessità di crescere per vie esterne», aveva aggiunto. Ma in ogni caso, come dimostra l’esperienza di Arca, la sgr è pronta a farsi avanti per il dossier giusto. «Guardiamo con interesse possibili acquisizioni che siano compatibili con il nostro modello, perché siamo comunque nella condizione di poter scegliere», aveva affermato Carreri. (riproduzione riservata)