di Andrea Di Biase
Un primo semestre da incorniciare per il gruppo Generali, che ha chiuso la prima parte dell’anno con un utile di 1,08 miliardi, in crescita del 28,4% sullo stesso periodo del 2012. «Si tratta della migliore performance semestrale degli ultimi cinque anni», ha sottolineato l’ad Mario Greco.
Nel semestre il risultato operativo si è attestato a 2,38 miliardi, in crescita del 5,3%, mentre il margine di solvibilità, grazie anche alle cessioni in Messico e negli Usa, è migliorato in un anno dal 130 al 147%. In crescita a 34,8 miliardi (+1,7%) i premi complessivi con un contributo sia del ramo Danni (+0,8%) che del Vita (+2,2%). I conti hanno beneficiato della spinta del risultato operativo nel ramo Danni (+24,8% a 909 milioni) e del segmento finanziario (+28,6% a 272 milioni grazie a Bsi e Banca Generali) che hanno più che compensato la flessione nel Vita (-7% a 1,48 miliardi). Con un risultato operativo atteso in crescita nel 2013, Greco, che festeggia un anno alla guida del Leone con una progressione del 44% del titolo, ha lasciato intravedere la possibilità di un aumento del dividendo, seppur sia ancora presto per parlarne. La Borsa, dopo un trimestre in cui il Leone ha doppiato il mercato (+16% da aprile contro il +8% dell’indice Dj Stoxx di settore), ha preferito fare cassa con il titolo (-0,68% a 14,71 euro ieri a Piazza Affari), nonostante l’accoglienza positiva dei risultati da parte degli analisti. Nessuna novità sul fronte delle cessioni, arrivate a quota 2,2 miliardi sui 4 in programma nell’arco del piano: nonostante «un mercato complicato» Generali venderà Bsi solo «al giusto prezzo», ha ribadito Greco. Sul fronte Telecom, invece, Generali intende uscire dalla societàtelefonica, ma alle «migliori» condizioni, visto che il titolo è oggi «ampiamente sottovalutato». Sul punto il cfo Alberto Minali, nella conference call con gli analisti, ha affermato che la compagnia non ha svalutato la partecipazione in Telecom, in carico a 1,2 euro, «perché non riteniamo che ci siano le basi per cui avremmo dovuto farlo». «Al momento», ha spiegato, «non c’è una deliberazione formale del board che ci dia informazioni sugli impairment test», che, secondo indiscrezioni, potrebbero portare il cda di Telecom, che si riunito ieri, a una nuova svalutazione degli avviamenti. Minali ha spiegato che, con il titolo sui livelli di un anno fa, «sulla base delle informazioni disponibili e in base agli impairment test», fatti sulla partecipata, «non c’è spazio per svalutare Telco». Una simile decisione, ha aggiunto, «non dipende dal cfo ma da criteri internazionali». (riproduzione riservata)