La posizione di Giovanni Berneschi al vertice di Banca Carige si fa di ora in ora sempre più traballante. L’uomo che per oltre un decennio è stato il dominus incontrastato dell’istituto genovese rischia di essere profondamente indebolito dal terremoto che sta squassando il consiglio di amministrazione della banca.
Tanto più che fonti finanziarie suggeriscono un’interpretazione assai diversa del terremoto di ieri. Il colpo di scena viene spiegato alla luce del confronto in atto fra Berneschi e il numero uno della Fondazione Flavio Repetto. Il piano di rafforzamento patrimoniale annunciato a febbraio avrebbe infatti guastato i rapporti tra i due dominus della finanza genovese. Da un lato l’ipotesi iniziale di un cospicuo aumento di capitale non va a genio all’ente che, per non diluirsi, dovrebbe sborsare una cifra considerevole. D’altra parte Berneschi è consapevole che le cessioni di asset potrebbero non bastare per raccogliere le risorse chieste da Bankitalia e che la ricapitalizzazione sarà difficilmente aggirabile. Le dimissioni dei consiglieri in quota alla Fondazione sarebbero insomma l’ultima, clamorosa tappa di questo confronto. Con esiti ancora tutti da definire. Nelle ultime ore si sono infatti inseguiti i rumor più contrastanti e qualcuno ha perfino ipotizzato le imminenti dimissioni di Berneschi. Di certo Bankitalia non resterà a guardare e potrebbe anzi intervenire per evitare la destabilizzazione di uno dei principali istituti quotati italiani.
In ogni caso proprio ieri l’ente guidato da Repetto ha gettato acqua sul fuoco: «La responsabilità dei consiglieri dimissionari confermata anche dalla preventiva approvazione dei conti del semestre all’unanimità, è un’ulteriore dimostrazione della comune volontà di assicurare a Banca Carige le migliori condizioni per la ripresa del suo sviluppo», ha spiegato la Fondazione, che ha anche convocato urgentemente il consiglio di amministrazione e il consiglio di indirizzo per le «opportune informazioni ed eventuali relative determinazioni». Anche il direttore generale Ennio La Monica ha gettato acqua sul fuoco e, in un incontro con la stampa, si è detto «certo del sostegno dei soci», che hanno «fiducia nella struttura manageriale».
Sempre ieri intanto sono stati presentati i risultati semestrali che registrano una perdita di 29,4 milioni e rettifiche di valore dei crediti salite dai 74 milioni del semestre 2012 a 240,7 milioni. I conti sono stati sostenuti dalle poste finanziarie, salite da 30,6 milioni a 123,5 milioni, e dalla riduzione dei costi operativi, scesi del 12,2%. Durante la presentazione La Monica ha annunciato l’imminente cessione della sgr per una cifra superiore a 80 milioni (l’operazione è attesa per oggi) e l’ingresso in data room di un potenziale acquirente italiano per Carige Assicurazioni e Carige Vita. Secondo il dg «settembre sarà un mese chiave» e l’intero iter sarà concluso entro l’anno, aumento di capitale compreso. (riproduzione riservata)