Si allarga l’inchiesta su FonSai che la scorsa settimana ha portato agli arresti Salvatore Ligresti e i suoi figli, oltre ad alcuni ex manager della compagnia. Ieri mattina sono stati infatti notificati tre nuovi avvisi di garanzia nei confronti di alcuni membri del collegio sindacale all’epoca dei fatti contestati.
L’ipotesi investigativa, si legge in una nota della Guardia di Finanza del capoluogo piemontese, è che l’inerzia del collegio sindacale «abbia favorito l’approvazione di un bilancio falso (quello del 2010, ndr) con evidenti riflessi sul mercato, circa l’occultamento del deficit della riserva sinistri di almeno 600 milioni di euro e, di conseguenza, la piena attendibilità del prospetto informativo, redatto in occasione dell’aumento di capitale da 450 milioni di euro effettuato nel 2011».
Intanto, ieri a Torino si è tenuto l’interrogatorio di Jonella Ligresti, ex presidente diFonSai ed ex vicepresidente della holding Premafin. La primogenita di Salvatore Ligresti è stata ascoltata per circa quattro ore dai pm Vittorio Nessi e Marco Gianoglio, che al termine dell’incontro hanno deciso di secretare l’interrogatorio. Secondo quanto si apprende, Jonella avrebbe iniziato a chiarire la propria posizione e per questo sarà risentita nuovamente dagli inquirenti nei prossimi giorni. È comparso davanti ai pm anche l’ex ad di FonSai, Fausto Marchionni, che si trova agli arresti domiciliari.
Unico membro della famiglia attualmente a piede libero, tra quelli che rivestivano incarichi operativi nel gruppo FonSai, è Paolo Ligresti: da anni residente in Svizzera, ha ottenuto da poche settimane anche la residenza, fatto che potrebbe far propendere i pm piemontesi per chiedere una rogatoria internazionale per poterlo interrogare oltreconfine.
Nel frattempo, lunedì a Milano Salvatore Ligresti è comparso davanti al gip Franco Cantù Rajnoldi per sostenere l’interrogatorio di garanzia. L’ex presidente onorario diFonSai ha scelto di non rispondere alle domande. Secondo quanto ha riferito al termine dell’audizione il suo legale, Gianluigi Tizzoni, dovrebbe comunque accettare di rispondere ai pm torinesi, intenzionati ad ascoltarlo già lunedì prossimo. Chi invece ieri è rimasto per oltre sette ore davanti ai pm è stato l’ex ad della compagnia, Emanuele Erbetta. Il manager avrebbe tenuto un atteggiamento collaborativo, ma avrebbe evidenziato la sua estraneità ai fatti contestati in quanto ha preso le redini della compagnia soltanto nel gennaio del 2011, mentre il bilancio cui fa riferimento l’inchiesta è quello del 2010 (approvato però nel 2011). Il contenuto dell’audizione è stato secretato. Erbetta «ha risposto a tutte le domande e ha dato tutte le spiegazioni che poteva dare», ha riferito il suo legale, Cesare Zaccone, che si è detto fiducioso sull’esito finale dell’inchiesta.
Nel frattempo, a Piazza Affari il titolo FonSai ha perso ieri l’1,9% a 1,5 euro, dopo i rialzi registrati in seguito agli arresti della famiglia Ligresti. A sostenere i corsi era stata l’ipotesi di una richiesta da parte della magistratura di un sequestro conservativo sui beni della famiglia, per ripagare i danni prodotti negli anni alla compagnia e ai piccoli risparmiatori. Secondo le stime tracciate dal commissario ad acta di FonSai, Matteo Caratozzolo, i danni ammonterebbero a circa 245 milioni di euro. (riproduzione riservata)