di Andrea Di Biase
Così come le sue figlie, Jonella e Giulia, anche Salvatore Ligresti ha scelto di non rispondere alle domande del giudice per le indagini preliminari di Milano, Franco Cantù Rajnoldi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia che si è svolto ieri per rogatoria, essendo l’indagine condotta dalla Procura di Torino.
Una strategia difensiva, concordata con il suo legale, l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, che non dovrebbe tuttavia comportare una chiusura totale verso gli inquirenti. L’ex patron del gruppo Fondiaria Sai, accusato di falso in bilancio, false comunicazioni sociali e manipolazione del mercato, per non aver adeguatamente coperto le riserve tecniche della compagnia, e agli arresti domiciliari da mercoledì scorso, dovrebbe infatti accettare di rispondere alle domande dei magistrati torinesi (il procuratore aggiunto Vittorio Nessi e il suo sostituto Marco Gianoglio) già a partire dalla prossima settimana. Lunedì 29 l’ingegnere di Paternò si recherà in Procura a Torino per essere interrogato dai magistrati titolari dell’inchiesta e già in quella sede il suo difensore dovrebbe chiedere la revoca degli arresti domiciliari ritenuti «non proporzionati perché non esiste alcun pericolo di fuga». È stato lo stesso Ligresti a sottolineare l’eccessiva sproporzione della misura cautelare. «Sono sorpreso che si sospetti che io, a più di ottant’anni, pensi a scappare quando nella mia vita ho pagato quando dovevo pagare e ho affrontato tutti i miei processi in aula anche di recente senza sottrarmi alla giustizia», ha detto l’ex presidente d’onore di FonSai, tramite il suo legale. Quest’ultimo ha sottolineato come anche nel procedimento sull’area Castello, che si è appena concluso a Firenze con l’assoluzione, Ligresti si è comportato in modo corretto e ciò rende evidente l’inutilità della misura cautelare.
Chi invece ieri è rimasto per oltre 7 ore davanti ai pubblici ministeri è stato l’ex ad della compagnia, Emanuele Erbetta. A quanto si apprende, il manager avrebbe tenuto un atteggiamento collaborativo, ma avrebbe evidenziato la sua estraneità ai fatti contestati in quanto ha assunto l’incarico di amministratore delegato nel 2011 mentre il bilancio cui fa riferimento l’inchiesta è quello del 2010 (approvato però nel 2011). Il contenuto dell’interrogatorio è stato secretato. Erbetta «ha risposto a tutte le domande e ha dato tutte le spiegazioni che poteva dare», ha riferito il suo legale, Cesare Zaccone, che si è detto fiducioso sull’esito finale dell’inchiesta. Erbetta, che è detenuto nel carcere di Novara, sarà sentito nuovamente lunedì prossimo.
Oggi toccherà invece a Jonella Ligresti, attualmente detenuta alle Vallette di Torino, a comparire davanti al pm Marco Gianoglio, mentre nel pomeriggio toccherà all’ex ad Fausto Marchionni, che si trova invece agli arresti domiciliari. (riproduzione riservata)