di Benedetta Pacelli
Assicurazione obbligatoria per i professionisti a rischio proroga. Con l’approssimarsi dell’entrata in vigore della legge (dpr 137/12) che prevede entro il 13 agosto 2013 l’obbligo per i professionisti di contrarre la polizza assicurativa, infatti, sale la preoccupazione delle categorie per una norma che rischia di avere un impatto disastroso anche in termini economici.
Il punto è che la regolamentazione lascia scoperto il confine della prestazione professionale da assicurare, così come quello dei rischi connessi, delle franchigie e dei massimali in rapporto al fatturato del professionista. A questo si aggiunge un dato da sempre contestato dalle categorie, cioè che le assicurazioni non sono obbligate a stipulare una polizza professionale e oggi magari solo per accaparrarsi una potenziale clientela, sono disposte a concedere premi ridotti per poi, in assenza di opportuni controlli e vista l’obbligatorietà, aumentarli a dismisura negli anni successivi. «L’obbligatorietà dell’assicurazione sarà un grande business per le compagnie di assicurazione», dice Maurizio De Tilla, presidente del Cup Napoli nel corso di una conferenza stampa in materia organizzata ieri nella città partenopea, mentre dal canto loro «le categorie professionali non hanno ricevuto criteri, massimali, informazioni sui dubbi e sulle questioni controverse che possano permetterci di tranquillizzare una platea di due milioni e mezzo di professionisti. Per questo chiediamo un rinvio». «Se dovesse intervenire una proroga», tiene a precisare però Marina Calderone presidente del Cup nazionale, «si tratterebbe solo di una proroga tecnica per dare un supporto reale a quelle che sono le esigenze degli ordini professionali nella fase conclusiva di definizione delle convenzioni assicurative. E questo potrebbe rappresentare un beneficio per gli iscritti che in un tempo di crisi come quello attuale, possono adempiere all’obbligo in un modo più consapevole e ragionato». Di tutt’altro avviso, invece, Armando Zambrano, presidente del Pat, professioni di area tecnica, persuaso che il tempo per adempiere a questo obbligo ci sia stato: «mi risulta che le professioni di area tecnica siano già pronte con convenzioni o pacchetti completi per rispondere adeguatamente alle esigenze dei professionisti, quindi non ritengo necessaria un’ ulteriore proroga dopo quella dello scorso anno che aveva comunque un senso. Non possiamo passare la vita a chiedere proroghe e soprattutto non dobbiamo dimenticare che la norma rappresenta sì un obbligo per il professionista, ma anche una sua forma di tutela». Ma sull’incertezza della norma, in particolare della prestazione professionale, dei massimali in rapporto al fatturato e dei rischi connessi da assicurare, punta il dito anche Inarsind, il sindacato di ingegneri e architetti che in una lettera inviata al presidente del consiglio, e ai ministri della Giustizia e dello Sviluppo economico chiede il rinvio di un anno dell’obbligo assicurativo.