La rendita è la vera ragione per cui si dovrebbe aderire alla previdenza complementare. Mentre nella realtà dei fatti molto spesso chi ha aderito (ancora pochi, circa un italiano su quattro) ha concentrato la propria attenzione più su altri profili, i vantaggi fiscali (anch’essi comunque conosciuti solo da circa l’11% degli italiani secondo Censis/Covip) o il motore finanziario del piano previdenziale. La predilezione per il capitale è peraltro particolarmente diffusa nel vissuto del Paese in considerazione del retaggio culturale rappresentato dalla tradizione del tfr. Si vive allora con diffidenza se non ostilità il fatto che la previdenza complementare preveda come prestazione principale la rendita. Molto interessante e utile allora il recentissimo Mid Term Report dedicato proprio al tema delle rendite. Molto suggestivo prima di tutto, in chiave educativa, il paragone dolciario suggerito tra la pensione e una torta. Un lavoratore che aderisce a un fondo pensione è come un individuo che vuole assicurarsi, quando andrà in pensione, la possibilità di gustare una buona fetta di torta per tutta la vita. Finché si troverà nella fase di accumulo, il lavoratore preparerà gli ingredienti (i contributi) e li consegnerà al fondo pensione che, come un pasticciere, li utilizzerà per produrre alla fine della vita lavorativa una torta (montante contributivo). Proseguendo nel parallelo gastronomico, il lavoratore può prendersi metà torta (o, in alcuni casi, tutta) e decidere lui quante fette mangiare ogni anno (la prestazione in capitale). La normativa prevede infatti che la prestazione finale di un fondo pensione/pip possa essere percepita o integralmente in forma di rendita o al massimo per metà sotto forma di capitale e comunque per metà in forma di rendita. Qual è il rischio del capitale? È il rischio longevità (particolarmente forte in un Paese anziano come il nostro) o il rischio di sopravvivere al proprio reddito . La torta infatti prima o poi può finire, a meno che il lavoratore non decida di mangiare fette molto piccole, ma insoddisfacenti. L’altra soluzione è lasciare la torta al fondo pensione che la metterà in comune con le torte degli altri pensionati, rassicurando il lavoratore che potrà avere la sua fetta per tutta la vita (prestazione in rendita vitalizia). Ma quali sono le tipologie di rendita offerte dal mercato della previdenza complementare in Italia? La più comune è la rendita vitalizia (immediata o differita) che consente al beneficiario di ottenere, a partire dal periodo seguente a quello del pagamento del premio, la corresponsione di una somma periodica per tutta la vita. Al momento del decesso tale rendita non sarà più erogata. Si tratta della forma più semplice di rendita, quella che assicura il pensionato (e solo lui) per tutta la sua vita residua. Altra possibilità è invece quella della rendita reversibile; in questo caso l’assicurato sceglie, al momento del pagamento del premio, uno o più soggetti (detti reversionari). L’assicurato percepirà la rendita finché in vita. Al momento del decesso dell’assicurato, il soggetto reversionario (se non deceduto nel frattempo) inizierà a percepire la rendita al suo posto, vita natural durante. Rispetto a una rendita vitalizia, la compagnia di assicurazione ha la probabilità di pagare più rate di rendita e quindi, a parità di premio, l’importo della rata si ridurrà. Più il soggetto reversionario è giovane, più si contrarrà l’importo della rata. È possibile, inoltre, che l’assicurato possa scegliere un’aliquota di reversibilità, ossia decidere che la rata percepita dal reversionario sia pari a una percentuale di quella percepita dall’assicurato stesso. Nell’esempio della torta il lavoratore potrebbe desiderare che, in caso di decesso prematuro, sua moglie possa continuare a mangiare una fetta di torta per il resto della vita. In questo caso la torta dovrà essere divisa in un numero di fette tale da soddisfare le richieste di due persone (il lavoratore e la moglie), in particolare di quella dei due che vivrà più a lungo. Per questo le fette in cui sarà tagliata la torta saranno tanto più piccole quanto più la moglie del lavoratore è giovane Oltre alla rendita reversibile, è possibile tutelarsi da una morte prematura rendendo certo il pagamento della rata di rendita per un determinato numero di anni, anche in caso di decesso dell’assicurato (in tal caso le rendite certe residue verranno pagate ai terzi beneficiari). Quali sono le rendite presenti nei diversi fondi pensione? Dall’analisi effettuata emerge che l’offerta complessiva in termini di rendita da parte di fondi pensione è particolarmente variegata e probabilmente in grado di soddisfare bisogni, come la volontà di lasciare un’eredità in caso di morte nei primi anni dopo il pensionamento, che inducono gli individui a preferire la prestazione in forma di capitale. Partendo dalla disamina dei fondi negoziali 34 fondi negoziali su 39 hanno una convenzione per l’erogazione delle rendite attiva. I cinque fondi restanti (Futura, Fontemp, Perseo, Previlog e Sirio) non hanno al momento selezionato una compagnia, in genere perché si tratta di forme di previdenza attivate in tempi molto recenti e in fase di partenza. Tutti i fondi offrono la rendita reversibile, oltre alla rendita vitalizia. Molti fondi consentono inoltre di scegliere l’aliquota di reversibilità. Quasi tutti i fondi hanno attivato anche una rendita certa per cinque e dieci anni (solo Fondosanità e Quadri e Capi Fiat non prevedono queste opzioni), una rendita con maggiorazione Ltc (tranne Filcoop e Quadri e Capi Fiat) e una controassicurata (non offerta da Fondosanità e Quadri e Capi Fiat). (riproduzione riservata)
I vantaggi della rendita
di Carlo Giuro