«Costruirsi una pensione di scorta è una necessità più che un’opportunità, e la sua importanza tenderà a crescere negli anni a venire». Non ha dubbio sul tema Alberto Brambilla, coordinatore della Giornata nazionale della previdenza, docente all’Università Cattolica ed ex sottosegretario al welfare con delega alla previdenza sociale.
Domanda. Negli ultimi anni sembra un po’ scemata l’attenzione verso il tema della previdenza integrativa, evidentemente per l’urgenza rappresentata dalla disoccupazione in crescita. È d’accordo?
Risposta. Informare i cittadini è indispensabile. Molti di loro non sono a conoscenza del fatto che il metodo di calcolo della pensione è cambiato, né che le integrazioni dello Stato non ci saranno più: è per questo che ancora non si sono avvicinati al mondo della pensione complementare, essenziale per potersi garantire un futuro.
D. Come è messa l’Italia nel confronto internazionale?
R. Tutto l’Occidente ha l’urgenza di ripensare il proprio modello di welfare alla luce della crisi che stiamo vivendo; molti paesi si sono mossi da tempo e, a differenza dell’Italia, registrano tassi di adesione elevati alla previdenza complementare.
D. Mettiamoci nei panni del lavoratore: quali sono le voci da considerare per una scelta consapevole?
R. Se tralasciamo il caso dei dipendenti che hanno un fondo pensione di categoria (particolarmente incentivato dal legislatore), occorre considerare il rapporto tra qualità e prezzo dei singoli prodotti.
D. Come si fa?
R. Innanzitutto considerando i prezzi di ingresso, che devono essere minimi, se non proprio nulli. Quindi i costi di gestione: è accettabile un livello compreso tra lo 0,50% e l’1,30% annuo al massimo, nel caso dei fondi pensione più esposti sul fronte azionario.
D. Nel medio periodo è preferibile puntare su una forte componente di equity?
R. No, a mio parere è meglio non andare oltre il 20-30% di azioni sul totale di portafoglio. Parliamo di risparmi utili a integrare la pensione di domani, quindi somme di primaria importanza. Una volta analizzati i costi vanno messi a confronto con i rendimenti passati: sul sito www.giornatanazionaledellaprevidenza.it abbiamo creato un tool di comparazione tra i fondi presenti sul mercato italiano.