Le Generali fanno un altro passo avanti sulla strada delle cessioni di asset necessarie a raggiungere il target di 4 miliardi indicato dall’amministratore delegato Mario Greco nel corso dell’Investor Day di gennaio.
Il target di 4 miliardi, necessario a rafforzare il patrimonio senza procedere ad aumenti di capitale, appare comunque ancora lontano. Finora il Leone ha portato a casa 888 milioni, cui se ne aggiungono 705 incassati in autunno dalla cessione del 63% della compagnia israeliana Migdal. Al contempo però le Generalihanno rilevato dal finanziere Petr Kellner il 25% di Gph, la joint venture in Est Europa, per 1,28 miliardi, e si sono impegnati a versarne altri 1,23 per rilevare il restante 24% entro il 2014. Un altro miliardo (forse qualcosa in meno) potrebbe arrivare dalla cessione del 100% di Banca Bsi, per la quale è da tempo stata aperta una procedura di vendita che potrebbe chiudersi nelle prossime settimane. Il Leone ha invece smentito di voler privarsi del rimanente 51% di Banca Generali, anche se sul mercato ritengono che, non appena le quotazioni dell’istituto controllato dovessero scendere a livelli più bassi rispetto a quelli attuali e sarà scaduto il periodo di lock-up seguito al collocamento del 15%, l’operazione, che sembrava potersi concretizzare già a gennaio, potrebbe diventare d’attualità.
La cessione di Generali US Holding è stata accolta positivamente dal mercato. A Piazza Affari il titolo del Leone ha guadagnato l’1,19% a 14,51 euro. Positivi i giudizi degli analisti. Secondo BofA-Merrill Lynch, «il processo di dismissioni procede al di sopra delle nostre aspettative», per Banca Imi «l’annuncio è un segnale positivo», mentre per Barclays l’operazione è positiva essendo avvenuta a un prezzo superiore alle attese. Generali è stata assistita da Cleary Gottlieb e Fried Frank come consulenti legali, mentre Citigroup e Mediobanca hanno curato gli aspetti finanziari dell’operazione di cessione. (riproduzione riservata)