Luigi Dell’Olio
Unipol privilegiate, Eni e Fondiaria Sai. È il podio delle big cap di Piazza Affari sul fronte dei dividendi attesi per i prossimi due anni secondo un’analisi realizzata da Equita sim che Affari & Finanza pubblica in esclusiva – prendendo in considerazione non solo gli utili che dovrebbero essere distribuiti, ma anche una serie di criteri qualitativi per valutare la sostenibilità dei piani adottati dalle aziende. Così, se il primo indicatore è dato dal dividendo atteso per il 2013 e il 2014, rapportato al prezzo attuale di Borsa, sono le altre voci a fare la differenza rispetto alle tradizionali analisi di settore. «Innanzitutto consideriamo il payout, che ci consente di valutare quanta parte degli utili viene distribuita e quanta resta in cassa», spiega Matteo Ghilotti, capo dell’Ufficio Studi di Equita Sim. «In questo caso premiamo i titoli con una bassa incidenza degli utili distribuiti rispetto al totale perché in questo modo si lasciano spazi di manovra in caso di esigenze future ». Un altro indicatore considerato è la crescita prospettica del dividendo: così non conta molto se una società distribuisce quote importanti di utili in seguito a un’operazione straordinaria, ma la sua capacità di far crescere i ritorni per gli azionisti nel tempo. Quanto alla solidità del bilancio vengono presi in considerazione parametri differenti in base al settore in cui opera la società esaminata: «Ad esempio, nel caso delle assicurazioni abbiamo guardato all’indice di Solvency I, mentre per i titoli industriali al rapporto tra debito ed Ebitda», aggiunge Ghilotti, completando la spiegazione dei criteri utilizzati con altre due voci: «Il rating dei nostri analisti sul titolo quotato e un giudizio qualitativo dell’analista sulla visibilità dei dividendi, cioè sulle probabilità che vengano effettivamente distribuite le somme attualmente stimate». Il risultato complessivo risulta utile per i cassettisti, che si attendono dalle azioni flussi periodici e guardano a questa asset class con crescente interesse dopo che il taglio dei tassi ha ridotto le cedole obbligazionarie. Come accennato all’inizio, fra i titoli a elevata capitalizzazione il risultato migliore lo fanno registrare le Unipol privilegiate, che beneficiano soprattutto di un elevato indice di Solvency I e delle tensioni sul progetto di fusione con Fondiaria-Sai che hanno tenuto sotto pressione il prezzo nelle ultime settimane. Non a caso proprio Fondiaria-Sai occupa il gradino basso del podio, mentre la piazza d’onore spetta a un titolo tradizionalmente amato dai cassettisti come Eni, che presenta una situazione debitoria sotto controllo e per questo può permettersi ogni anno di staccare dividendi generosi (anche su pressione dell’azionista Tesoro, che ha bisogno come il pane di quelle entrate annuali). Al quarto posto si piazza Snam Rete Gas, seguita da due società del risparmio gestito come Azimut e Banca Generali, che beneficiano della ripresa del settore negli ultimi mesi. La stessa analisi è stata realizzata anche tra le small cap e in questo caso il primato è andato a Fondiaria-Sai risparmio, seguita da Marr, Ima, Acea e Iren.