di Lucio Sironi

Azimut ha chiuso il primo trimestre 2013 con un utile netto di 41 milioni, in calo rispetto ai 63 dell’analogo periodo 2012, quando l’apporto delle commissioni d’incentivo era stato particolarmente elevato.

 

I ricavi si sono attestati a 112,2 milioni (136 nel primo trimestre 2012) con un utile ante imposte a 44,2 milioni (erano stati 72,5 nei primi tre mesi 2012). Il patrimonio totale gestito è di 20,9 miliardi a fine aprile, +7% rispetto a fine 2012. La posizione finanziaria netta è aumentata ancora, passando da 278,2 milioni di fine 2012 a 314,5. Il presidente e ceo del gruppo, Pietro Giuliani, ha fatto sapere che la performance media ponderata per gli investitori da inizio 2013 è stata del 3,5% a oggi e del 2,1% nel primo trimestre, «di grande soddisfazione ancorché inferiore al 5% generato nel primo trimestre dello scorso anno». Il ceo ha specificato appunto che analoga differenza si riscontra nelle commissioni di gestione variabili. «Siamo molto soddisfatti di come abbiamo iniziato il 2013», ha aggiunto, «con una buona tenuta dei ricavi in linea con gli ultimi trimestri e una raccolta che ha superato il miliardo di euro nei primi quattro mesi». Da notare che la guidance indicava un obiettivo di 1-1,5 miliardi per l’intero 2013, così che ora Giuliani non esclude che il target possa essere modificato. L’ad ha comunque messo in guardia sui rischi della situazione spiegando che l’attività di investimento e gestione del risparmio è particolarmente influenzata da fattori ambientali esogeni, «ma questi dati confermano la solidità del nostro modello di business, fondato sull’integrazione fra distribuzione e gestione, che ci consente di migliorare l’efficienza e di creare valore in qualsiasi contesto». In borsa titolo in controtendenza, +1,9% a 14,93 euro, nuovo record dalla quotazione. (riproduzione riservata)