La frenata dell’inflazione rende la vita più facile ai gestori previdenziali. I fond pensione negoziali si presentano all’appuntamento di fine marzo con un rendimento medio dell’1,8%. Un risultato che consente ai comparti di categoria di battere il Trattamento di fine rapporto lasciato in azienda, che nel periodo considerato, il primo trimestre 2013, si è rivalutato tre volte di meno, ovvero dello 0,6% netto (pari a un tasso annuo del 75% dell’inflazione Istat più l’1,5% fisso).
I dati emergono dall’analisi di MF-Milano Finanza che ha raccolto i rendimenti dei negoziali disponibili a oggi.
Si tratta di un campione significativo perché relativo a oltre la metà del mercato. Dai risultati raccolti emerge che i primi tre mesi dell’anno registrano la riscossa dei comparti azionari grazie all’andamento positivo delle borse, mentre nel 2012 le linee più brillanti erano state le garantite e le obbligazionarie sostenute dal recupero delle quotazioni dei Btp in seguito al raffreddamento dello spread. Molti azionari hanno messo a segno rendimenti superiori al 4%, con picchi del 5%. È il caso della linea Crescita (+5,7%) e della linea 4 (+5,24%), entrambe di Fondaereo, seguite dalla Dinamica (+4,98%) di Pegaso e dal comparto Dinamico (+4,9%) di Foncer. Fondaereo è il nuovo fondo pensione dei piloti e assistenti di volo nato nell’ottobre 2012 dalla fusione tra Fondav e Previvolo. Tutti i comparti di investimento di questi due fondi sono confluiti in Fondaereo mantenendo le stesse caratteristiche e gestori finanziari. Fanno eccezione le linee garantite dei due fondi che sono state fuse in un unico comparto per il quale in questi giorni Fondaereo ha lanciato un bando per trovare i nuovi gestori.
Intanto proprio sul fronte degli investimenti finanziari è finalmente in dirittura d’arrivo il nuovo decreto del ministero dell’Economia sugli investimenti, che sostituisce il vecchio decreto 703 del 1996, figlio di un’epoca che, vista con gli occhi di oggi, appare lontana anni luce. Il mercato lo attende dal giugno 2012, quando è finita la fase di consultazione tra gli operatori avviata dal Tesoro. Da indiscrezioni raccolte dovrebbe mancare soltanto la firma finale del ministro. Firma che slitta in attesa del nuovo governo e quindi del nuovo capo del dicastero di via XX Settembre. Tra le novità per i fondi pensione c’è la possibilità di investire direttamente in fondi comuni e sicav. Una rivoluzione non di poco conto per i negoziali, che oggi devono gestire le proprie risorse tramite mandati attribuiti in base a bandi di gara realizzati ad hoc. Si spera che questa novità non produca però costi maggiori per il lavoratore. Oggi infatti, grazie ai bandi, i fondi pensione mettono in concorrenza tra loro i gestori e riescono a spuntare commissioni basse. Non a caso gli Isc (indicatori sintetici di costo) dei negoziali sono inferiori a quelli dei fondi aperti e soprattutto delle polizze previdenziali.
C’è già chi si prepara a questa novità. State Street Global Advisors, il primo gruppo estero per patrimonio gestito nei negoziali, ha infatti lanciato nei mesi scorsi due comparti flessibili dedicati proprio agli istituzionali e quindi anche ai fondi pensione quando potranno farlo. Un’occasione importante per le società di asset management che oggi possono gestire i contributi dei fondi negoziali soltanto vincendo le gare lanciate per assegnare mandati. D’altra parte dopo la crisi iniziata nel 2008 i fondi pensione si trovano ad affrontare, con strumenti a volte non adeguati, sfide completamente diverse da quelle del 1996, quando debuttò il decreto 703 sugli investimenti. Nel frattempo la nuova «funzione finanza» che i fondi pensione devono costituire, come previsto dalla Covip, li aiuterà a sviluppare le competenze necessarie anche per poter selezionare i fondi. (riproduzione riservata)