È stato un anno difficile per Mps, ma per Mario Incrocci, responsabile nazionale dei promotori di Rocca Salimbeni, la rete è una punta di diamante per il gruppo. «Non è stato piacevole vivere l’ultimo anno, perché la buriana è iniziata con Report, il 22 aprile dello scorso anno.
La qualità della nostra rete fortunatamente ha tenuto, lo dicono i numeri: nel 2012 abbiamo migliorato il conto economico di oltre il 500%, comunque in linea con le altre reti captive». Un risultato frutto anche di un modello distributivo vincente. Non c’è stato infatti turnover né tra i promotori né tra i clienti. «Se i primi sono rimasti» prosegue Incrocci «è perché le aspettative per il futuro sono solide. Ora la banca ha un nuovo management in cui crediamo, così come crediamo nelle persone e nel progetto che rilancia ulteriormente la rete di promozione nel quadro del progetto di rilancio della banca». In cosa si differenzia il modello Mps? «Tutti dicono di essere multimanager e sostengono che i promotori sono liberi di fare consulenza vera, ma basta leggere contratti e lettere di mandato per capire che la maggior parte delle aziende indirizza in realtà il promotore verso prodotti del gruppo di appartenenza, mettendolo in conflitto di interesse quando si trova davanti a cliente. Questo da noi non esiste perché non esistono budget di prodotto. i prodotti vengono pagati percentualmente tutti alla stessa maniera, il che permette a promotori di svolgere un’attività scevra da interessi personali quando trattano con i clienti, favorendo una pianificazione corretta con i prodotti che abbiamo in portafoglio». Tra l’altro la rete di promozione di Rocca Salimbeni non è stata oggetto di tagli. «Ciò a dimostrazione che il Piano industriale 2012 vede nella rete una punta di diamante, perché la promozione finanziaria genera ricavi solo in cambio di servizi. Con questa strategia della banca siamo quindi chiaramente agevolati. (riproduzione riservata)