Giovanni Pons
Gli azionisti stringono la presa su Generali e riducono le rappresentanze del mercato. Con il numero dei consiglieri ridotto a 11 membri – come deciso da un recente cda con una maggioranza di sette membri contro sei e due astenuti – i posti assegnati alla lista di Assogestioni scenderanno a uno. Inoltre, molto probabilmente nella lista di maggioranza, composta da dieci nominativi, non verrà incluso alcun rappresentante del socio Effeti, titolare di un 3,2% del capitale. Per evitare che i soci veneti siano presenti in cda Generali la fondazione Crt – eteroguidata da Fabrizio Palenzona e molto legato a Mediobanca – ha fatto di tutto per evitare di trovare un accordo sul nome da indicare per Trieste. Di fondo vi sono ancora i dissidi sull’operazione Unipol-Fonsai che un anno fa hanno provocato una frattura tra piazzetta Cuccia e la Palladio di Roberto Meneguzzo. L’arrivo di Mario Greco al vertice del Leone ha quindi dato lo spunto agli azionisti per restringere il cda e limitare al massimo le voci dissonanti in consiglio. Verrà anche ridotta la voce della Banca d’Italia, che proprio venerdì scorso ha trasferito il suo 4,5% di azioni Generali in capo al Fondo strategico della Cdp. Il Fondo dovrà votare per la lista di Assogestioni, con in cima Paola Sapienza, che risulterà così la più votata in assoluto ma con capacità di incidere in consiglio assai limitata