Piccoli e grandi acquisti fatti con il cellulare al negozio sotto casa e sempre più spesso online. Turismo e trasporti, coupon, aste e gruppi di acquisto sono i settori più attivi del mobile remote commerce, ovvero gli acquisti online che implicano anche l’uso del cellulare in una o più fasi. Visto che l’86% del valore delle transazioni è di questa natura (Osservatorio Politecnico di Milano), diversi negozianti stanno cogliendo a loro volta questa opportunità: su un campione di oltre 200 tra i principali esercenti attivi nelle vendite online, il 30% ha puntato anche sul canale mobile (nel 2011 era 1 esercente su 5). Il 55% dei player attivi ha sviluppato sia l’app sia il sito per cellulari. Il pagamento diretto con telefonino a fronte di un servizio raggiunge un valore pari a 130 dei 310 milioni di euro totali. L’80% circa di questo importo è stato speso per acquistare ricariche telefoniche e pagare i bollettini, per esempio il canone Rai o i bollettini postali.
Bollette e trasporti, si fa tutto da smartphone. Pagare attraverso il proprio cellulare, attingendo alla sim o collegandosi alla propria carta di credito, si conferma un trend in ascesa, soprattutto perché spesso le offerte online sono a tempo e i clienti devono cogliere un’occasione in un preciso istante. È il caso delle aste, ma anche delle offerte last minute dei viaggi o dei gruppi di acquisto per merce scontata. La frequenza degli acquisti via smartphone è, infatti, raddoppiata nell’ultima parte del 2012. È quanto emerso dall’ultima analisi dell’Osservatorio di eBay.it alla vigilia del World Mobile Congress, la più importante fiera al mondo sulla telefonia mobile, che si è conclusa lo scorso 28 febbraio a Barcellona. Secondo i dati della ricerca, in Italia, nella seconda parte del 2012 è aumentata la frequenza dello shopping tramite cellulare, passando dai 32 secondi impiegati nei primi sei mesi dello scorso anno ai 17 del secondo semestre. I risultati, se comparati alla frequenza di mercati più maturi, come quello del Regno Unito (un acquisto ogni mezzo secondo) dimostra le possibilità di crescita del comparto.
E i numeri sono confermati anche dal volume dei pagamenti del Mobile remote payment & commerce per beni e servizi che ammonta in totale a 310 milioni di euro (Osservatorio Politecnico di Milano). Il pagamento diretto con cellulare ha un valore pari a 130 milioni. L’80% circa di questo importo è stato speso per acquisti quotidiani come ricariche telefoniche e pagamenti di bollette, multe, canone televisivo. Il restante 20% è stato utilizzato per pagare servizi soprattutto nell’ambito dei trasporti, dal pagamento del «gratta e sosta» del parcheggio, ai biglietti di autobus e metro, al taxi fino ai servizi comunali e provinciali di car & bike sharing. Per un totale di oltre 1 milione di transazioni di piccolo importo.
I restanti 150 milioni, la fetta più consistente del totale della torta dei pagamenti con lo smartphone, derivano dal trasferimento di denaro, cresciuto del 50% nel 2012. Anche se, a guardare bene, il solo il 3% è «vero e proprio» Mobile money transfer p2p (peer to peer, scambio tra utenti), il resto si compone in prevalenza dell’acquisto di ricariche di carte prepagate (non solo cellulari, ma anche carte di credito) e il 13% dal trasferimento di credito telefonico.
Al negozio si paga con un’app. L’affermazione del pagamento tramite cellulare in Italia è però legata soprattutto allo sviluppo del Mobile proximity payment, l’opportunità di utilizzare lo smartphone come una carta di credito mediante l’impiego della Sim Nfc (Nier field connection, connessione di prossimità).
Nel 2012 si è seminato, nel 2013 si dovrebbe almeno vedere crescere l’albero se non raccogliere già i primi frutti. Prima cosa si sta creando l’infrastruttura dove dovranno viaggiare i pagamenti. I nuovi terminale Pos Nfc attività sono passati da 5 mila del 2011, a 30 mila del 2012 con una crescita del 600% per arrivare, dicono stime prudenti a fine anno a oltre 170 mila pos operativi all’interno dei negozi italiani, coprendo oltre il 10% del totale esistente.
Di pari passo con le infrastrutture lato negoziante, aumenteranno gli smartphone predisposti ai pagamenti. I circa 2,5 milioni di telefoni Nfc già venduti lo scorso anno potrebbero diventare 6 milioni alla fine del 2013, ma molto dipende da quanti sostituiranno il proprio cellulare in tempi di crisi e da quanti produttori decideranno di applicare la tecnologia Nfc ai propri prodotti, prima incognita fra tutte Apple.
Visa e Samsung, invece, hanno concluso pochi giorni fa un accordo globale per installare il sistema Visa Mobile Provisioning Service per scaricare in sicurezza le informazioni dell’account di pagamento su telefonini Samsung equipaggiati con la tecnologia Nfc e agevolare così le banche. Inoltre Samsung caricherà caricare l’applicazione Visa payWave all’interno dei suoi dispositivi permettendo in questo modo ai consumatori di effettuare pagamenti senza contatto semplicemente avvicinando i loro dispositivi mobili. Il circuito di pagamenti concorrente, Mastercard, non è rimasto a guardare, ha stretto una partnership per fornire soluzioni di pagamento innovative ai 212 milioni di clienti VimpelCom in 18 paesi nel mondo e l’Italia sarà il primo paese a partire nel 2013 con un programma prepagato per i clienti Wind Italia, realizzato in partnership con CartaLis Imel S.p.A, Istituto di Moneta Elettronica del Gruppo Lottomatica.
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