Il gruppo Generali ha chiuso il 2012 con un bilancio che l’a.d., Mario Greco, ha definito di svolta. Non solo per i numeri di bilancio, ma anche per l’avvio di quel riassetto del gruppo che renderà il Leone di Trieste una realtà internazionale ancora più solida.
L’utile netto è stato di 90 milioni, in deciso calo (-89,5%) rispetto agli 856 milioni del 2011. Sul risultato hanno pesato svalutazioni nette per 1,7 miliardi. Il risultato operativo si è attestato oltre i 4,2 miliardi (+10,5%), superando le stime del consensus (4,1 miliardi). Confermato a 0,20 euro il dividendo per azione, in linea con il 2011. L’utile netto ha risentito di significative svalutazioni per 1,682 miliardi, di cui 1,271 miliardi nel solo quarto trimestre. Dal punto di vista patrimoniale, si è rafforzato il capitale, con la crescita del patrimonio netto a 19,8 miliardi (+28%). Il Solvency I è salito al 150% (117% nel 2011) con un’eccedenza di 9 miliardi. Dal punto di vista delle performance industriali, i premi sono saliti a 70 mld di euro (+3,2%), di cui oltre il 70% sottoscritti all’estero. Nel Vita i premi lordi sono saliti a 46,8 miliardi (+3,1%), spinti dai prodotti risparmio (+5,8%), con un risultato operativo cresciuto a 2,7 miliardi (+9,7%). Nei Danni i premi lordi sono saliti a 22,8 mld (+3,3%), con un risultato operativo salito a 1,7 mld (+5,6%) e un miglioramento del combined ratio a 95,7% (da 96,5% del 2011).
Per il 2013, il gruppo prevede «un miglioramento del risultato operativo complessivo». L’a.d., Mario Greco, ha rilevato che «nel 2012 abbiamo avviato una profonda trasformazione di Generali e i risultati di oggi segnano un punto di svolta nell’evoluzione del nostro gruppo verso la best practice internazionale. Abbiamo recentemente presentato la nuova strategia, basata sull’introduzione di disciplina, semplicità e focus in tutte le nostre attività. Stiamo semplificando la struttura». Procede intanto la riorganizzazione in Italia «con le operazioni di concentrazione e razionalizzazione delle attività industriali e delle reti» Al termine di questo percorso, la presenza del gruppo Generali in Italia vedrà tre compagnie assicurative: Generali Italia, con una rete distributiva agenziale e broker, che controllerà a sua volta Alleanza assicurazioni (con la rete distributiva di produttori dipendenti); Genertel, caratterizzata da canali distributivi online e di bancassurance; la joint venture Das, caratterizzata da reti agenziali e broker. Greco ha anche ridefinito la policy del gruppo: Generali valuterà in merito alla partecipazione al rinnovo dei patti di sindacato di Mediobanca e Rcs sulla base del ritorno degli investimenti. Generali non ha più «nessuna partecipazione strategica», ma punta a «fare investimenti buoni per la società». Quindi, guarderà «a tutto con questa ottica», comprese le partecipazioni in Mediobanca e Rcs. «Se saranno buoni investimenti li faremo, altrimenti no».
Il mercato ha apprezzato sia i numeri, sia la pulizia sul portafoglio del gruppo, impresse dall’a.d., Mario Greco. Il titolo ha sovraperformato il listino e ha chiuso con un rialzo del 9,35% a 13,33 euro.
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