Infortuni sul lavoro in flessione, nel nostro paese: al 31 dicembre 2012, infatti, le denunce di incidenti pervenute all’Inail sono state circa 654 mila, con una sforbiciata del 9% al confronto con l’anno precedente. E se, fortunatamente, si registra anche il calo del numero delle vittime (se ne stimano 870, pari a -3%), i dati confortanti risentono della generale «diminuzione dell’attività produttiva», causata dal perdurare della crisi economica. Luci e ombre, dunque, nelle anticipazioni fornite ieri, nel corso di una trasmissione radiofonica, da Giuseppe Lucibello, direttore generale dell’istituto, secondo cui la congiuntura negativa ha fatto sentire i suoi effetti con particolare forza nel mercato del lavoro nei 12 mesi passati, rispetto a quanto era avvenuto nel 2011, giacché l’influsso della chiusura delle aziende e del minor tasso di occupazione «si può quantificare in una quota pari a circa il 50% di tale riduzione degli incidenti». I passi in avanti compiuti sulla strada della prevenzione del fenomeno infortunistico, sottolinea, non devono fare abbassare la guardia, soprattutto in campo agricolo e in alcuni comparti dell’industria, dove «occorre uno sforzo maggiore» di vigilanza del rispetto delle norme sulla salute degli addetti.
Investire nella tutela degli occupati conviene, incalza Lucibello, evidenziando il trend in costante discesa degli incidenti, confermato anche nel 2012 grazie alle 654 mila denunce conteggiate: ci sarà, spiega, «un assestamento di questi dati, ma quello che possiamo annunciare è che si registra un decremento di circa il 9% rispetto alle 726 mila» arrivate l’anno passato. L’erosione delle «morti bianche», infine, che una volta consolidate le cifre non oltrepasseranno le 870 unità prosegue, visto che nel 2011 a perdere la vita erano stati 893 lavoratori.
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