Banca Generali è considerata dalla quasi totalità degli operatori un’ottima macchina, messa a punto da un management capace ed apprezzato. Una macchina che nel recente passato ha beneficiato pure della riduzione degli spread, oltreché della tenuta dei titoli del debito pubblico italiano. Ora però, sottolineano gli stessi operatori, si presentano pure alcune criticità di non poco conto poiché «non sarà facile sostituire dal 2015 in poi i 30 milioni circa di utili netti rivenienti dall’utilizzo dei quasi 1,4 miliardi di finanziamenti concessi dalla banca centrale europea, mentre la sovraesposizione all’Italia incorpora gli effetti connessi ad una recessione che non dà segni di inversione del trend». Uno scenario destinato a peggiorare poiché la recessione già lambisce la Francia e potrebbe estendersi alla Germania in assenza di interventi specifici di sostegno della ripresa. Ci sono poi i temi più prettamente borsistici in quanto dopo la sovra performance non sarà facile salvaguardare il trend, mentre il nuovo top management della controllante Generali potrebbe modificare la tradizionale politica di autonomia che Banca Generali ha goduto sino ad ora. E non mancano fra i critici chi ricorda «la “capacità” di valorizzare gli attivi di cui ha dato prova il nuovo Ceo di Generali quando guidava la Ras». Questo anche se pochi considerano oggi fattibile la cessione della Banca come alcuni nel passato hanno suggerito.
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