È prossimo il decollo dell’Ivass, l’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni che opererà nell’orbita Bankitalia, il cui direttore generale è il presidente del nuovo organo. Presto si avvertirà il tocco della Banca, che ha accumulato oltre 80 anni di esperienza nella vigilanza bancaria e finanziaria. Insomma, si cambierà passo, con beneficio per tutti, anche perché ci si potrà giovare di una visione integrata delle attività finanziaria e assicurativa, delle analisi e dei confronti che si svolgono negli organismi finanziari internazionali ai quali la Banca partecipa, nonché dell’esperienza acquisita nella tutela di stabilità, risparmio e risparmiatore. A circa 40 anni dai primi tentativi dei governi di attribuire a Bankitalia la supervisione sulle imprese assicurative si arriva dunque al risultato. Un percorso lungo ma positivamente concluso. La riconduzione di questa funzione nell’ambito di Via Nazionale avrebbe dovuto essere accompagnata da quella della Covip, l’authority dei fondi di previdenza, il cui trasferimento però il governo ha colpevolmente espunto dal decreto legge che lo contemplava aderendo alle pressioni del Parlamento; poi, di recente, quasi a sancirne l’inamovibilità, ne ha nominato il nuovo presidente. Strada facendo, insomma, l’esecutivo a poco a poco ha perso di mira la necessità di una profonda riforma delle numerose authority, che da tempo si impone; nemmeno nell’agenda Monti se ne ha una doverosa, ampia trattazione. Eppure esse rappresentano un punto nevralgico dell’amministrazione pubblica, per la tutela di interessi legittimi dei cittadini, organizzazione dei mercati, concorrenza, trasparenza, libertà. Vi provvederà il prossimo governo? (riproduzione riservata)
L’Ivass sotto Bankitalia? Non basta
di Angelo De Mattia