di Andrea Di Biase
Via libera all’integrazione tra Unipol e Fondiaria- Sai. I cda delle società coinvolte nell’operazione, riunitisi ieri, hanno approvato il progetto di fusione che prevede l’incorporazione in FonSai di Unipol Assicurazioni, Premafin e Milano Assicurazioni. Come era nelle attese sono state sostanzialmente confermate le percentuali di partecipazione al capitale della nuova compagnia, che sarà ribattezzata Unipol-Sai, indicate in via preliminare lo scorso giugno. Nel dettaglio la holding Unipol gruppo finanziario (Ugf), che continuerà ad essere quotata a Piazza Affari, avrà il 61% di Unipol-Sai, partecipazione che salirà al 63% in virtù della sottoscrizione del 4,9% di FonSai nell’ultimo aumento di capitale. Gli azionisti di minoranza di Premafin, compresi i tre fratelli Ligresti, i trust offshore e i fallimenti di Sinergia e Im.Co, avranno lo 0,85% del capitale ordinario di Unipol-Sai. Le minoranze di FonSai si diluiranno al 25,46%, mentre gli azionisti ordinari di Milano Assicurazioni avranno il 10,69% della nuova entità. Più nello specifico il rapporto di cambio prevede 0,05 azioni FonSai ogni azione Premafin, 1,497 azioni FonSai ogni azione Unipol Assicurazioni (controllata al 100% da Ugf) e 0,339 azioni FonSai ogni azione Milano Assicurazioni. Un trattamento particolare è stato riservato agli azionisti di risparmio di Milano. Il piano prevede che ogni azione rnc Milano venga concambiata con 0,549 azioni di risparmio B di FonSai. Tuttavia questi titoli, emessi nel recente aumento di capitale, hanno un privilegio subordinato ai vecchi titoli rnc di categoria A. Per questo motivo il progetto di fusione, che dovrà essere approvato dalle assemblee degli azionisti ordinari di FonSai, Premafin e Milano, sarà sottoposto anche all’esame dell’assemblea speciale dei soci di risparmio di quest’ultima compagnia. Se questi dovessero opporsi, Milano continuerà ad essere una società a se stante e si procederà unicamente alla fusione in FonSai di Premafin e di Unipol Assicurazioni. In questo caso Ugf avrà il 70,53% della nuova entità, i soci di minoranza di Premafin lo 0,97% e quelli di FonSai il 28,5%. Ai portatori di azioni rnc di Milano viene inoltre offerta un’altra possibilità. Nel caso l’assemblea speciale approvasse la fusione, ai soci che non avessero concorso alla deliberazione spetterà il diritto di recesso. Diritto che spetterà anche agli azionisti Premafin, ad esclusione però della famiglia Ligresti. Proprio questo diniego, contestato dagli ex azionisti di riferimento della holding, sarebbe tra i motivi del voto contrario al progetto di fusione, espresso dal consigliere Luigi Reale (nominato dai Ligresti), nell’ambito del comitato parti correlate di Premafin, che ha tuttavia approvato a maggioranza l’operazione. Un parere a maggioranza è stato espresso anche dal comitato indipendenti di FonSai, visto che Gianpaolo Galli, il consigliere espressione di Assogestioni si è astenuto. Sempre secondo quanto previsto dagli accordi originari, l’assemblea di FonSai, che si terrà dopo il via libera delle autorità di vigilanza, sarà chiamata a deliberare l’emissione di un prestito obbligazionario convertendo in azioni della nuova compagnia rivolto alle banche creditrici di Premafin. Tuttavia, per evitare effetti diluitivi per gli azionisti, Ugf avvierà un negoziato con le banche per far sì che il bond sia offerto in opzione ai soci della nuova Unipol-Sai. I cda delle società coinvolte hanno infine approvato il piano industriale congiunto, che è stato presentato dall’ad del nuovo gruppo, Carlo Cimbri, in una conferenza telefonica con gli analisti. Il piano, aggiornato per tenere conto del nuovo scenario del settore assicurativo e delle risultanze del lavoro congiunto con il management di FonSai, ha confermato le sinergie previste per il 2015, che dovrebbero essere pari a 350 milioni e arrivare principalmente dal lato dei costi. In caso di mancata fusione della Milano le sinergie potrebbero tuttavia essere minori per una quarantina di milioni. Rispetto alle linee guida presentate a giugno, aumentano invece i costi di integrazione, che dovrebbero essere pari a 300 milioni, contro una stima iniziale di 230 milioni. L’utile netto di Unipol-Sai a fine piano dovrebbe essere di 814 milioni, mentre quello del nuovo gruppo Ugf pari a 852 milioni. Per entrambe le società è previsto una pay-out ratio a regime compreso tra il 60 e l’80%. Il Solvency ratio del nuovo gruppo, che sarà leader nel mercato italiano dei Danni, è atteso invece al 180%, mentre il combined ratio dovrebbe attestarsi al 93%. Procedono intanto le indagini della Procura di Milano sulle travagliate fasi della trattativa tra i bolognesi e l’ex compagnia dei Ligresti. Ieri il pm di Milano, Luigi Orsi, ha ascoltato l’ex ad delle Generali, Giovanni Perissinotto, che nella lettera inviata al cda prima di essere sfiduciato aveva rimarcato i propri dubbi sull’operazione Unipol-FonSai. Sempre ieri si è appreso che in ottobre Salvatore Ligresti si era nuovamente rivolto a Mediobanca perché questa onorasse il papello siglato dall’ad Alberto Nagel. Piazzetta Cuccia avrebbe ribadito il suo no a pretese «infondate », ricordando di non essere la controparte cui rivolgersi. (riproduzione riservata)