Entreranno in vigore dal primo gennaio 2013 le nuove condizioni imposte dalla Fornero
DI IGNAZIO MARINO Età pensionabile che punta ad arrivare a 70 anni nel giro di pochi anni. E contributi soggettivi che salgano al 15%. Per circa un milione di professionisti, dunque, la previdenza cambia passo a partire dal 1° gennaio 2013. Due i fattori combinati che hanno portato anche per il comparto degli iscritti agli ordini, dopo quello dei lavoratori dipendenti, ad una riforma delle pensioni strutturale. Da un lato la necessità, da parte degli enti pensionistici di categoria, di dover garantire una sostenibilità dei conti a 50 anni (come richiesto dalla legge 214/2011, riforma Monti-Fornero). Dall’altro l’esigenza di adeguarsi al progressivo allungamento dell’aspettativa di vita che, i n e v i t a – bilmente, finisce per incidere sui conti delle gestioni previdenziali chiamate ad erogare gli assegni. I destinatari Avvocati, notai, consulenti del lavoro, architetti e ingegneri, veterinari, farmacisti, ragionieri, medici e odontoiatri, geometri. Sono queste le professioni per le quali dal 2013, in certi casi ( c o n s u l e n t i del lavoro, architetti e ingegneri), debutterà anche un nuovo metodo di calcolo delle pensioni. Le nuove condizioni riguardano, cioè, gli iscritti a quelle gestioni previdenziali privatizzate nel 1994 (con il dlgs 509) nate con un sistema retributivo/reddituale in base al quale veniva riconosciuto a fi ne carriera un trattamento pensionistico sganciato dai reali versamenti contributivi di una vita. Una generosità messa in discussione, in prima battuta, con la Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 763) e la relativa richiesta agli enti di garantire la solidità dei bilanci per 30 anni (prima erano 15). Con la legge 214/2012 l’asticella è stata innalzata a 50 anni, obbligando le Casse dei professionisti più vecchie ad approvare riforme ad hoc. Le riforme È scaduto il 30 settembre (termine prorogato dal 30 giugno 2012) il termine per l’invio ai ministeri vigilanti delle riforme per la sostenibilità atte ad assicurare l’equilibrio finanziario nel lungo periodo dei sistemi previdenziali dei professionisti. Riforme, fatta eccezione per i ragionieri che sono ancora in attesa, che hanno ricevuto a metà novembre il via libera ministeriale (si veda ItaliaOggi del 16/11/2012)e sono state poi pubblicate sulla Gazzetta uffi ciale. Ma quale sarebbero state le conseguenze per quegli enti non in grado di rispettare il dettato normativo? Due le dirette conseguenze. La prima: il passaggio, con decorrenza dal 1° gennaio 2012, al metodo di calcolo contributivo. La seconda: un contributo di solidarietà, per gli anni 2012 e 2013, a carico dei pensionati nella misura dell’1%.