di Janina Landau CLASS CNBC
L’Inps, nonostante l’assorbimento di enti in deficit come l’Inpdap e la sfavorevole congiuntura economica, manterrà l’equilibrio dei conti. Parola del presidente dell’Istituto, Antonio Mastrapasqua. Domanda. Qual è lo stato di salute del sistema previdenziale italiano? Risposta. I conti dell’Inps sono stati in avanzo fino a quest’anno e quindi si può scommettere sulla solidità dell’istituto. D. Cresce ancora la cassa integrazione, ciò la preoccupa? R. La cassa purtroppo nel 2012 aumenterà rispetto al 2011 e ciò non è incoraggiante. Però le risorse ci sono. Certo, ci auguriamo che questa tendenza non sia confermata l’anno prossimo. D. Come colmare il gap tra Italia ed Europa nella previdenza integrativa? R. Il divario è grande, la media europea è del 91%, mentre in Italia è il 23%. Credo occorra una massiccia educazione previdenziale. Il sistema retributivo non richiedeva grandi conoscenze, ma oggi quello contributivo, già dal 1° gennaio 2012 l’unico utilizzato per calcolare la pensione, richiede una buona formazione. D. Può fare un primo bilancio della riforma delle pensioni? R. Si è alzata l’età pensionabile, quindi si lavora più a lungo, anche perché si vive più a lungo. Con il sistema contributivo ognuno otterrà quello che verserà, mentre sono state abolite le pensioni di anzianità che erano qualcosa di inedito nel resto d’Europa. Si è finalmente chiuso un periodo di transizione durato troppo a lungo. D. I giovani non sanno se arriveranno a prendere la pensione. Il rischio è reale? R. Lo escludo totalmente. Se un giovane, o chiunque lavori con contratto regolare, versa i contributi, con il sistema contributivo e con l’età lavorativa che si allunga riceverà senza problemi la pensione. D. Vi preoccupa l’aumento della disoccupazione giovanile e soprattutto del precariato? R. Chiaramente la mancata crescita del pil, quindi del lavoro e dei salari, si riflette sull’istituto che ne rappresenta una grande percentuale. D. Il 52% dei pensionati italiani non arriva a 1.000 euro. In futuro potrebbe aumentare il livello medio delle pensioni? R. Anzitutto, in quel 52% ci sono tante cose. In Italia solo sul settore privato l’Inps eroga più di 16 milioni di prestazioni a fronte di 14 milioni di pensionati, quindi molte persone ne hanno più di una. In quel calcolo ci sono le pensioni di invalidità, quelle di integrazione al minimo e le sociali. Però di sicuro una riflessione attenta sulla sostenibilità sociale del sistema va fatta. D. Cosa comporteranno la soppressione dell’Enpals e dell’Inpdap e la loro fusione nell’Inps? R. C’è stato un incontro con i ministri Patroni Griffi e Fornero, nel quale abbiamo spiegato l’impossibilità di operare tagli in un ente che si sta non solo riformando, ma sta vivendo la più grande fusione tra enti previdenziali mai avvenuta in Italia. I ministri si sono detti più che disponibili a sospendere qualsiasi ipotesi di revisione dell’organico finché non finirà la riorganizzazione. Invece sul piano funzionale la fusione degli enti porta snellezza di procedure e velocità di risposta. Cose che i nostri utenti potranno verificare, come spero, entro breve. D. Negli ultimi mesi si è parlato tanto di esodati. C’è stato un balletto di cifre. R. La situazione è fotografata in uno dei commi della legge di Stabilità, ovvero governo, parlamento e parti sociali hanno trovato un’intesa su un intervento normativo, oggi ancora non approvato ma che, in base a quanto si legge, dovrebbe riuscirà a risolvere il problema. D. Quindi siete ottimisti? R. Se quello che oggi c’è in Parlamento viene confermato nella conversione in legge e l’accordo governo – parti sociali – parlamento trova soddisfazione, credo tutti possano dirsi soddisfatti. D. Nel 2011 la Corte dei Conti ha lanciato l’allarme sui vostri conti. C’è una vera situazione di crisi? R. Il bilancio dell’Inps chiude con un avanzo finanziario da diversi anni e penso ciò possa continuare anche in futuro. Indubbiamente l’Inpdap è in notevole deficit da più di 5 anni, quindi diciamo che non tutti sono stati attenti negli ultimi anni ad accorgersene. Indubbiamente questo disavanzo è di natura contabile e non finanziaria, ma anche a quello contabile va trovata una soluzione in fretta. D. Da tempo si parla di un fondo immobiliare cui conferire il vostro portafoglio di stabili. Ne avete tanti sul territorio. Ci sono novità al riguardo? R. Purtroppo, chi vuole fare delle cose spesso si scontra con chi frena. Tra il 2008 e il 2009 l’Inps chiese di attivare un fondo immobiliare che riteneva la soluzione più efficace nella gestione degli immobili. Può sembrare assurdo ma dopo tre anni ancora non abbiamo avuto risposte chiare sull’autorizzazione a costituirlo e questo ha creato problemi sia per gli inquilini, per i cosiddetti senza titolo, sia per gli sfrattati. È un problema che poniamo sia al parlamento che al governo, speriamo di avere presto risposta. D. Per quanto riguarda la creazione del maxifondo voluto dal decreto salva-Italia, nel quale rientrerebbero anche i vostri immobili, ci sono novità? R. Anche lì aspettiamo una risposta. Forse il ritardo era dovuto al fatto che il governo e il parlamento immaginavano la creazione di un nuovo fondo. Il salva-Italia compirà un anno tra pochi giorni, e anche questo porta un discreto ritardo. Noi dobbiamo migliorare le redditività del nostro patrimonio e dare risposte a tutti gli inquilini che vivono nei nostri stabili. Mi auguro che tutte le parti in causa trovino nei tempi giusti una risposta a migliaia e migliaia di persone. D. Quali i luoghi comuni sul mondo delle pensioni? R. Fino a poco fa si pensava che l’Inps fosse un carrozzone dai conti in disordine. Oggi l’Inps è un’azienda di servizi, un ente pubblico tra i più efficienti anche rispetto al settore privato. Ora la sfida è convincere che mettere i soldi nell’istituto sia un buon investimento per il futuro. (riproduzione riservata)