di Franco Polacco
Anche il business agroalimentare di Generali è finito sotto la lente del management del gruppo che, in ottica di ottimizzazione dei ricavi e delle strutture, ha deciso di avviare un percorso di semplificazione della struttura. Il primo step, come emerge da documenti ufficiali di Genagricola (la controllata del Leone di Trieste che si occupa di attività agroalimentare e vitivinicole), ha riguardato la fusione per incorporazione nella capogruppo delle controllate Enofila, Il Tiglio, Il Gelso, Ippocastano e Inf spa. A gestire il processo è stato il management di Genagricola, a partire dal presidente Giuseppe Perissinotto, padre di Giovanni, ex amministratore delegato della compagnia assicurativa. Un percorso, quello della semplificazione strutturale, che potrebbe riguardare in futuro anche le altre 15 società controllate e partecipate dalla holding, che a fine 2011 presentava un patrimonio netto di 242,5 milioni, un portafoglio di partecipazioni di 103,6 milioni e terreni di proprietà (soprattutto in Friuli, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte) per oltre 88 milioni. Dal punto di vista gestionale, Genagricola ha chiuso lo scorso esercizio con un giro d’affari complessivo (vino, sementi, riso, cereali e altre colture) di 39,3 milioni e con una perdita di 608 mila euro. Il fiore all’occhiello è la Tenuta Sant’Anna (vini e spumanti), che nel 2011 ha registrato ricavi per 12 milioni (+15,3%) grazie alla crescita dell’export in Germania, Inghilterra, Canada, Usa, Polonia, Irlanda, Venezuela e Cina. In quest’ultimo mercato è stata avviata una joint venture con un operatore del mercato di Shanghai. (riproduzione riservata)