di Andrea Di Biase
Il tema delle partecipazioni strategiche, a cominciare dal futuro della quota del 13,2% nelle Generali, non è stato affrontato dal consiglio di amministrazione di Mediobanca, riunitosi ieri per cominciare a ragionare sulla mission che la banca d’affari dovrà darsi per i prossimi anni. Non è invece escluso che qualche ragionamento informale sul futuro della compagnia triestina i principali soci del Leone lo abbiano fatto al termine del consiglio di Mediobanca di ieri. Nel corso della presentazione della nuova veste grafica de Il Messaggaero, tenutasi ieri sera a Milano, l’ad di Piazzetta Cuccia, Alberto Nagel, si è infatti intrattenuto a lungo, sotto gli occhi dei presenti ma lontano da orecchie indiscrete, con Francesco Gaetano Caltagirone, vicepresidente delle Generali e importante azionista con il 2,23%. Un conciliabolo informale, immortalato dai fotografi, cui ha preso parte anche Lorenzo Pellicioli, che siede anch’egli nel cda del Leone in rappresentanza del gruppo De Agostini (2,43%). Nel cda di Mediobanca del pomeriggio, invece, Nagel avrebbe focalizzato l’attenzione sulle attività bancarie, anche alla luce del nuovo contesto macroeconomico (le tensioni sul debito sovrano che rendono l’attività creditizia meno redditizia che in passato) e regolamentare (a partire dall’accordo di Basilea 3 sul capitale). L’amministratore delegato avrebbe fatto ai consiglieri, non tutti di estrazione bancaria, una presentazione dettagliata dell’attività dell’istituto, quasi si trattasse di un incontro con gli analisti finanziari. Nagel avrebbe spiegato il percorso di business che ha portato Mediobanca a essere quella che è ora e ha poi posto come obiettivo quello di far fronte al difficile contesto economico stabilizzando i ricavi con attività che assorbono meno capitale. Nel corporate & investment banking Mediobanca è attualmente presente nell’advisory, un’attività a bassa intensità di capitale, e nel lending e nel capital markets, che invece richiede maggiore patrimonio regolamentare. Nel nuovo contesto dei mercati, tuttavia, l’attività creditizia nei confronti delle imprese, oltre a richiedere più capitale, è anche meno redditizia, in virtù del maggiore costo del funding (legato alle tensioni sul debito sovrano) e del credito (dovuto al deterioramento dell’economia reale). La stabilizzazione dei ricavi del settore corporate, indicata da Nagel come uno degli obiettivi del prossimo piano, potrebbe passare dunque da un nuovo mix tra le tre attività, che preveda il rafforzamento dei presidi nell’advisory e nel capital markets, anche attraverso il potenziamento delle sedi estere, e un alleggerimento nell’attività creditizia, che potrebbe essere concentrata solo su pochi e selezionati clienti large corporate. L’attività di finanziamento alle medie imprese italiane, che negli anni passati era stata indicata come una delle nuove missioni di Mediobanca, potrebbe dunque essere considerevolmente ridotta. Ogni decisione sarà comunque presa nei prossimi mesi, dopo che il cda avrà fatto il punto anche sulle altre aree di business della banca: il retail & private banking e le partecipazioni strategiche. (riproduzione riservata)