di Roberta Castellarin e Paola Valentini
Nel 2012 le gestioni separate hanno dato un rendimento medio lordo del 3,92% in linea con quello registrato nel 2011. Ma non mancano prodotti che hanno dato anche risultati migliori della media. Per esempio Aupen di Agusta vita e Rispav di Toro assicurazioni hanno dato un rendimento a fine settembre 2012 del 5,21%. Mentre i rendimenti delle gestioni separate di Pramerica life, compagnia ramo vita del gruppo Prudential, sono semestrali e questa peculiarità consente di riconoscere agli assicurati una rivalutazione ogni sei mesi. Al 30 giugno scorso la linea Pramerica financial ha registrato un tasso medio di rendimento del 2,68%, mentre Pramerica previdenza del 2,55%. Emerge da una prima analisi effettuata da Milano Finanza sui rendimenti delle gestioni separate delle polizze rivalutabili di ramo I che calcolano il rendimento a fine settembre, ma si tratta di un campione significativo che fotografa bene il trend di mercato. Una parte del rendimento lordo, tra l’80 e il 90% in media, viene retrocesso al sottoscrittore al se-condo del contratto previsto dalla compagnia. La crisi non ha avuto alcun impatto sui risultati perché il valore dei portafogli viene calcolato al prezzo di acquisto e non in base al valore di mercato, come per i fondi comuni. Da qui la possibilità di esporre rendimenti molto competitivi rispetto ai fondi obbligazionari. Senza dimenticare che queste gestioni in molti casi prevedono un rendimento minimo garantito dell’1,5-2% e che consolidano i risultati acquisiti anno dopo anno. Non è un caso che restino il prodotto di punta delle compagnie. Che ha attirato anche i clienti delle private bank. Non solo. Le tensioni sullo spread che si sono registrate negli ultimi 18 mesi hanno rappresentato un’occasione di acquisto per le compagnie. Fino a un paio di anni fa infatti le compagnie di assicurazione si interrogavano su come riuscire a offrire ai clienti un rendimento minimo del 2%. Molti money manager di gestioni separate avevano iniziato a diversificare nei corporate bond per compensare la caduta dei rendimenti dei titoli di Stato. Ma la crisi dei debiti sovrani ha rivoluzionato la situazione. Con l’aumento dei rendimenti dei Btp le compagnie hanno potuto far scorta di titoli che garantiranno ricche cedole nei prossimi anni. E così l’Isvap ha alzato l’asticella dei rendimenti minimi che possono essere garantiti nelle polizze in collocamento. Come spiega l’Isvap, l’autorità di vigilanza sulle assicurazioni. Sulla base dell’andamento dei Btp a 10 anni, nei mesi di novembre e di dicembre 2011 si sono verificate le condizioni per la modifica del tasso massimo che può essere garantito sui contratti di assicurazione sulla vita e di capitalizzazione da stipulare. A decorrere dal 1°gennaio 2012 si è pertanto incrementata, dal 2,5 al 3%, la misura massima delle garanzie previste per i contratti con generica provvista di attivi. Dal 1° febbraio 2012 si è invece registrato un incremento, dal 3,25 al 4%, del livello massimo consentito per i contratti con idonea provvista di attivi». Ma le gestioni separate collegate alle polizze di ramo I godono anche di una marcia in più dal punto di vista del trattamento fiscale. Le polizze vita tradizionali sono infatti esenti dalla mini patrimoniale introdotta quest’anno con la revisione dell’imposta di bollo sugli investimenti. Che è stata estesa a quasi tutti i prodotti finanziari indipendentemente dal collegamento o meno con un deposito titoli: da un fisso di 34,2 euro si è passati a un’aliquota dello 0,1% per il 2012 (con un minimo a 34,2 euro e un massimo a 1.200 euro) a una dello 0,15% senza alcun tetto dal 2013. Una sorta di minipatrimoniale che non risparmia i conti di deposito ad alto rendimento, i quali in una prima fase erano rimasti esclusi. Fanno eccezione fondi pensione, fondi sanitari e , appunto, le polizze vita di ramo I. Per questa ragione le gestioni separate continuano a essere un prodotto di punta per compagnie private bank e non solo. Senza dimenticare i vantaggi tipici di una polizza vita come l’impignorabilità e l’insequestrabilità del capitale versato, la designazione libera dei beneficiari in caso di decesso e l’esenzione dal pagamento delle imposte di successione. (riproduzione riservata)