di Anna Messia
La convocazione dell’assemblea straordinaria di Cattolica è prevista per il prossimo 15 dicembre e all’ordine del giorno c’è la modifica dello statuto per il rinnovo del consiglio di amministrazione. Le regole attuali prevedono il rinnovo di un terzo del consiglio ogni anno. In pratica ad ogni assemblea annuale scadono sei consiglieri su 18. Procedura complicata che ha l’effetto di provocare un’instabilità permanente della governance. Per questo motivo la prossima assemblea cambierà lo statuto per inserire un rinnovo triennale dell’intero cda, allineando la compagnia al modello di governance delle società quotate. Intanto ieri Cattolica ha reso noti i risultati dei nove mesi della compagnia, chiusi con un utile netto consolidato di 51 milioni, in crescita del 24% rispetto ai 41 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. La raccolta premi consolidata è stata invece pari a 2,6 miliardi, dei quali 1,1 miliardi provenienti dal Danni (+3,7%) e 1,4 miliardi del ramo Vita (-17%). Il combined ratio a fine settembre si è attestato al 96%, in leggero miglioramento rispetto al 96,6% dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma senza gli eventi catastrofali legati al terremoto in Emilia il risultato sarebbe stato pari al 94,9%. A fine settembre il patrimonio netto era invece pari a 1,48 miliardi, in netto miglioramento rispetto agli 1,2 miliardi di un anno prima, grazie in particolare alla ripresa di valore dei titoli di Stato italiani presenti in portafoglio. Di conseguenza il margine di solvibilità, senza l’applicazione dei regolamenti anti-crisi Isvap, era pari a 1,58 volte il minimo regolamentare, dato che sale a 1,61 con i provvedimenti che congelano le svalutazioni sui titoli di Stato. (riproduzione riservata)