di Anna Messia
Nel momento meno atteso, fondi comuni e risparmio gestito riprendono quota. Ieri sono stati pubblicati i dati di raccolta, diffusi come di consueto da Assogestioni, e a sorpresa è emerso che anche a settembre il settore ha chiuso con un bilancio positivo per 530 milioni di euro. Un dato che stupisce considerando il contesto di crisi del risparmio, e che a questo punto lascia presumere che il recupero dei fondi e delle gestioni, partito lo scorso agosto con un dato positivo per 1.754 milioni, dopo anni di pesanti deflussi, possa essere finalmente iniziato. Anche se il bilancio da inizio anno resta ancora in rosso per 6,5 miliardi con un patrimonio complessivo di 990 miliardi. La raccolta di settembre è stata sostenuta in particolare da Aletti Gestielle, del gruppo Banco Popolare, che ha registrato un risultato netto di 573 milioni, più dell’intero sistema. Oltre che da Invesco (301 milioni), dal gruppo Ubi Banca (267 milioni) e Morgan Stanley (155 milioni). Le banche, insomma, sembrano aver ripreso a distribuire prodotti di risparmio gestito, probabilmente grazie anche ai segnali positivi arrivati a luglio dalla Banca Centrale Europea che hanno ridimensionato l’allarme di liquidità degli istituti. A ottenere consensi, per quanto riguarda in particolare i fondi comuni, sono stati i prodotti obbligazionari che a settembre hanno raccolto 1,8 miliardi e da inizio anno registrano un boom di flussi che supera 15 miliardi. Bene anche gli strumenti flessibili che il mese scorso hanno chiuso in positivo per 1,2 miliardi e da gennaio raccolgono 305 milioni. Nuova pioggia di riscatti, invece, per i monetari (-1,1 miliardi) che risultano in rosso da gennaio per oltre 8 miliardi. Così come gli azionari (a settembre -378 milioni) che da inizio anno perdono più di 6 miliardi. Tra le società in controtendenza, che hanno chiuso settembre in negativo, spuntano invece il gruppo Generali (-492 milioni) a causa di deflussi (-499 milioni) derivanti dal portafoglio istituzionale, mentre il retail chiudeva in positivo (23 milioni). Oltre al gruppo Bnp Paribas (-238 milioni) e al Credit Suisse, negativo per 189 milioni, anche in questo caso a causa in particolare di riscatti di oltre 200 milioni provenienti dalle gestioni di portafoglio istituzionali. (riproduzione riservata)